martedì 28 luglio 2015

EQUITALIA VERSO IL BARATRO

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Cartelle Equitalia, sentenza choc: nulli pignoramenti e ipoteche

La firma di uno dei 767 dirigenti illegittimi non invalida soltanto gli accertamenti fiscali, o magari i più elementari ruoli, ma anche le cartelle Equitalia che ne derivano.
La sentenza arriva dalla Commissione Tributaria Provinciale di Frosinone ed è recentissima (CTP Frosinone sent. n. 654/02/15 del 20.07.2015.).
Si stabilisce quindi un precedente fondamentale e delle conseguenze importantissime, sulla carta disastrose per Equitalia.

Cartelle equitalia: tutto è iniziato dalla sentenza che bocca le “promozioni” senza concorso di 767 dirigenti

I 767 dirigenti promossi senza concorso (una sentenza della Corte Costituzionale li ha poi fatti decadere) non avevano il diritto di esercitare le loro funzioni: sono nulli gli accertamenti fiscali ma anche le iscrizioni a ruolo dei tributi.
Essendo nulla l’iscrizione a ruolo, sono nulli anche tutti gli atti che ne conseguono, fra cui le famigerate cartelle Equitalia. E non solo: sono annullati anche il fermo auto, il pignoramento, l’ipoteca e così via. E’ un vero e proprio effetto domino.
Il contribuente può quindi impugnare direttamente l’atto di Equitalia (per “nullità dell’atto prodromico) e quindi tutti gli effetti conseguenti, per inesistenza e nullità assoluta.

Cartelle Equitalia: la Corte dei Conti dovrà valutare il danno erariale, intanto chi non ha pagato sorride

Da un lato il contribuente sorride, perché l’atto (in quanto inesistente) non può nemmeno essere rinnovato. Dall’altro lato, si tratta di un danno per le casse dello Stato difficile da calcolare: sarà compito della Corte dei Conti valutare quanto costerà ai conti pubblici aver “promosso” centinaia di funzionari al ruolo di dirigenti senza concorso pubblico.
Si preannuncia quindi una valanga di ricorsi, che già nei mesi scorsi non sono mancati.
Ancora una volta, chi non paga sembra avere la meglio: del resto la stessa Corte dei conti l’aveva detto, pagare le tasse (tutte e puntualmente) in Italia diventa un atto di autolesionismo.
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