lunedì 20 luglio 2015

Gli Orbitanti
di Dolores Foglietta

Abbiamo il dovere di vivere e crearci con le nostre mani il destino sia individuale che collettivo modificando la nostra orbita che la Vita ha assegnato a noi e ad ogni altra cosa di questo universo.

L’orbita è una sorta di destino apparentemente invincibile e inalterabile. In realtà può essere, invece, cambiata. E’ così che si diventa uomini liberi, cambiando il corso delle nostre stelle, spostando la nostra orbita su di un piano superiore.
Siamo “Orbitanti”, come qualsiasi altra cosa esistente nell’universo, apparentemente schiavi di una eterna circolarità, di uno schema di movimento della vita che sembra imprigionare. Ma così non è. L’orbita può essere cambiata, anzi, deve essere cambiata.


E il suo vero cambiamento è possibile, paradossalmente, attraverso la sua stabilizzazione. Bisogna prima diventare esperti padroni del proprio piano esistenziale per poter ottenere il cambiamento e portare l’esistenza su livelli superiori. Alla fine il piano cambierà pur rimanendo il tracciato circolare uguale a se stesso. Le due cose possono coesistere, anzi devono coesistere.
Il nostro pianeta deve mantenere la sua orbita, pena la fine della vita così come la conosciamo. Ma nessuno si accorge che la Terra assolve anch’essa al suo dovere di cambiamento. Da una parte si mantiene stabile e fedele alla sua orbita intorno al sole, assicurandoci così l’esistenza, e dall’altra ad ogni istante si sposta a velocità incredibile, insieme al sistema solare, su altri piani cosmici. Il cambiamento coesiste sempre con il non cambiamento, esattamente come l’infinito coesiste con il particolare o come l’assoluto con il relativo.

Il cambiamento che ci sposta nel territorio della libertà a cui specialmente gli uomini sono chiamati, avviene ripetendo e imparando bene le tante piccole grandi quotidianità. Ripercorrere tante volte la solita pista della nostra orbita, e quindi imparare sempre più ad essere brave madri o bravi figli o bravi medici o insegnanti, bravi ascoltatori, bravi giudici e bravi in tutto ciò che ci capita di incontrare nella vita, significa spostarsi, senza neanche accorgersene, verso le migliori qualità intrinseche di noi stessi che corrisponderanno sempre più al piano divino del nostro essere. Ma per apprendere occorre innanzitutto saper vedere e riconoscere la realtà circostante per quella che è. Ed ecco emergere il secondo significato un po’ più nascosto della parola scelta per denominare questo spazio: “tanti-orbi”, l’altra lettura di “orbitanti”. Il mondo và dove sta andando perché non vediamo o per impreparazione o perché abbiamo deciso di non vedere. Il problema è tutto qui.


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