giovedì 2 luglio 2015

The CHAOS

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Queste tre grandi capitali europee, Nicosia, Atene e Roma, sono misteriosamente legate tra di loro, infatti appartengono ad una immaginaria linea retta che parte dalla capitale cipriota ed arriva in quella italiana, passando esattamente sopra quella greca. Questo asse immaginario lo potremmo concepire al pari di una peculiare Linea Maginot, che all’epoca del 1940 aveva finalità militari volte a proteggere parte dei confini francesi.
Questo asse, che potremmo chiamare NI-AT-RO (Nicosia, Atene e Roma) potrebbe presto essere ricordato e studiato nelle scuole ad indirizzo economico in quanto individua mediante il congiungimento delle sue capitali, i tre paesi che dal 2011 hanno messo a rischio tanto la moneta unica quanto l’Europa quanto la stabilità e fiducia che le persone e gli investitori ripongono nel sistema finanziario e nella sua capacità di essere solvibile.
Soffermatevi a riflettere per un momento, nel 2013 abbiamo il caso di Cipro che ha rotto per la prima volta untabù secolare ovvero che anche i depositi bancari possono essere colpiti. Adesso nel 2015 è il turno della Grecia con la sua storia infinita che speriamo si concluda senza strascichi il prossimo lunedì.
Ed infine a questo punto sarebbe da aspettarsi per progressione spazio-temporale il momentum italiano, nel 2017, con un’ulteriore puntata della crisi del debito sovrano e di una nuova crisi della moneta unica. Solo che questa volta sarà una nazione la cui economia mantiene ancora oggi il suo peso di rilievosullo scenario mondiale.
Naturalmente questo rappresenta una spiritosa proiezione, frutto di una prolusione fantastica, che si potrebbe tuttavia verificare nei prossimi anni, infatti stando alle esternazioni delle autorità di governo italiane, il Bel Paese è fuori dall’area di contagio, in quanto ha predisposto le riforme, sta beneficiando di una crescita e soprattutto il livello di pressione fiscale e di disoccupazione sono in discesa.

Se invece avete dei dubbi sulla bontà sostanziale di questi assunti, forse dovremmo convenire che questa situazione di apparente e risibile miglioramento macroeconomico è puramente il frutto di una convergenza provvisoria e favorevole di variabili economiche esogene all’Italia (tassi di interesse, rapporto di cambio e prezzo del petrolio).
La telenovela che sta andando in onda da ormai due settimane tra Grecia e comunità finanziarie internazionali fa comprendere i rischi sistematici e intrinsechi che scaturiscono dal caos.
Questo termine è stato coniato proprio da un filosofo e poeta greco, Esiodo, il quale all’interno di una delle sue opere, La Teogonia, definisce appunto come Caos quell’entità primordiale eterea che per prima dà origine al mondo. Filosoficamente parlando, il Caos non è concepito come disordine quanto piuttosto comevoragine, burrone, abisso ovvero spazio nelle tenebre dal quale emergerebbe misteriosamente la vita.
Altri filosofi greci,Anassagora e Platone, negli anni a seguire dopo Esiodo ripresero questo concetto amplificandone il significato e la sua essenza identificando nel caos quel luogo astratto in cui la materia si trova allo stato informe.
La Grecia dei giorni nostri, ben lontana dai fasti e dallo splendore di Sparta e Atene durante i primi secoli avanti Cristo, ci sta facendo comprendere il senso di questo termine nella sua essenza filosofica ed entropica. Le tensioni che si sono scatenate nei mercati finanziari in questi ultimi sette giorni ci portano indietro alla crisi italiana del 2011 quando l’Economist parlava di ancora 15 giorni di vita per la moneta unica. Dopo sappiamo che cosa è accaduto per sanare quella criticità. Oggi ci troviamo a viverne una più gravosa la quale ha prodotto le condizioni politiche per un evento il cui esito potrebbe trasformarsi in un cataclisma finanziario, non solo per la Grecia ma per tutti, americani compresi.
Se il prossimo lunedì l’esito del tanto sbandierato referendum dovesse essere positivo e quindi diniego all’Europa ed all’Euro a quel punto vedremmo il peggio dei due mondi in quanto nessuno in tal senso sarebbe più in grado di prevedere l’evolversi dello scenario. Subito si assisterebbe ad uno shock finanziario di portata mondiale.
L’euro diventerebbe una moneta a rischio e chi ci rimette per primo sarebbe proprio Angela Merkel che in quel contesto verrebbe indicata come principale artefice del collasso monetario a causa del suo approccio teutonico. Se levate improvvisamente un sottile pilastro portante da un edificio a sviluppo verticale,state pur certi che viene giù tutto.
Solo chi opera come istituzionale nei mercati si rende conto del rischio che abbiamo davanti, la maggior parte delle persone adesso pensa al mare o a prepararsi per le vacanze estive, non sapendo che la notte di domenica 5 luglio la Terra potrebbe essere colpita da una meteora impazzita.
A quel punto anche coloro i quali sono talebani sul piano politico o finanziario comprenderanno che cosa significa vivere quotidianamente con un clima di stabilità monetaria e sicurezza finanziaria. Solo che allora sarà troppo tardi per tutti e veder sorgere ancora il Sole, per dirla alla Tsipras, potrebbe significare assistere all’inizio di un nuovo mondo, proprio come filosofeggiava Esiodo oltre 2.700 anni fa.

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