domenica 1 luglio 2012


Dove Napoli sprofonda…

Di luigibignami Pubblicato 

La voragine che si è aperta (nel 2009) nell chiesa di San Carlo alle Mortelle a Napoli.
Un occhio di particolare riguardo da parte dei satelliti viene dato alla città di Napoli. Perché? Perché sono ben 14 le aree della città partenopea interessate da evidenti fenomeni di subsidenza di varia origine. Per questo motivo tale zone vengono attentamente monitorate al fine di prevenire problemi al tessuto urbano.

Che cos’è la subsidenza?
La subsidenza è il fenomeno per il quale un suolo si abbassa rispetto all’area circostante e può creare notevoli problemi, come il crollo di edifici fino all’apertura di buchi nel terreno.
La delimitazione delle aree in cui si evidenziano deformazioni del suolo si è potuta realizzare grazie all’applicazione della tecnologia “interferometria” da satellite artificiale che si basa su immagini radar riprese dall’alto dell’orbita terrestre nel corso di due campagne osservative realizzate durante gli scorsi anni. Le deformazioni in atto sono state confermate anche da indagini in situ. Il risultato di questi studi è stato di recente pubblicato sulla rivista dell’Ordine Nazionale dei Geologi.


Quali sono le cause?
A Giuseppe Vilardo e Roberto Isaia, i due geologi del INGV firmatari della ricerca, abbiamo fatto varie domande.


Quali sono le cause prevalenti dei movimenti di subsidenza osservati e quale entità in cm essi hanno?
Le cause prevalenti delle subsidenze osservate sono attribuibili all’assetto geologico (lito-stratigrafico) del sottosuolo ed ai movimenti vulcano-tettonici dell’area flegrea (settore occidentale) e ad azioni antropiche di perturbazione dei livelli delle falde acquifere (settore orientale).

Infine alcune delle subsidenze rilevate sono invece da attribuire a scavi sotterranei a carattere temporaneo (costruzione dei pozzi stazione della metropolitana di Napoli). I tassi di subsidenza osservati variano ovviamente da caso a caso. Le velocità medie annue di subsidenza vanno dai 3-4 mm/anno fino a superare in alcuni casi un cm/anno.


Movimenti di questo tipo hanno già dato o potrebbero dare in futuro alla formazione oltre che di avvallamenti anche di voragini?
Le subsidenze osservate rappresentano deformazioni del suolo spazialmente estese e la ricerca ha dimostrato che le cavità artificiali pre-esistenti non hanno alcuna relazione con l’origine di tali subsidenze. Diversamente, tali condizioni rappresentano la causa principale dei diffusi e localizzati dissesti superficiali, quali avvallamenti e voragini, che si verificano spesso nel territorio metropolitano di Napoli e dei Comuni limitrofi. Non si può però escludere a priori che in alcuni dei casi di subsidenza indagati, il perdurare del fenomeno possa condurre a dissesti della parte più superficiale delle aree interessate.


Sulle aree evidenziate dalla vostra ricerca sono già programmati interventi di consolidamento e in caso affermativo quali?
L’INGV-OV ha recentemente stipulato un protocollo d’intesa con il Comune di Napoli con l’obiettivo di condividere dati ed informazioni sulle problematiche connesse alla mitigazione dei rischi geoambientali dell’area napoletana. In tale contesto saranno affrontate al meglio le azioni reciproche volte a definire i livelli di rischio connessi a questi fenomeni di subsidenza unitamente alle problematiche di pericolosità vulcanica esistenti in un’area così intensamente urbanizzata e storicamente esposta a tali fenomenologie.


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