domenica 1 luglio 2012

Il lato B del Polo

Il mondo nascosto sotto la banchisa dei ghiacci artici raccontato attraverso straordinarie immagini subacquee.

Una spedizione dal Polo Nord al Canada svela il mondo nascosto sotto i ghiacci artici. Raccogliendo dati preziosi e immagini straordinarie raccolti in questi video.


Èun mondo immenso, silenzioso, fatto di isole di ghiaccio le cui chiglie sprofondano nell’abisso. Sotto la banchisa è una sfilata di iceberg capovolti, dalle pareti lisce come il vetro o frastagliate come rocce. La profondità massima è di 4.260 m, la temperatura dell’acqua non supera -1 °C. Minuscole creature trasparenti si muovono davanti alla telecamera: sono pteropodi, piccoli molluschi danzanti. 

Con gli sci. Siamo al Polo Nord. O, meglio, sotto il Polo, nell’oceano Artico. 
E questo è lo spettacolo svelato dalla spedizione francese “DeepSea under the Pole”, finanziata da Rolex. 
La missione si è svolta da marzo a maggio 2010, nel centenario della scoperta del Polo Nord: 8 esploratori (7 uomini, una donna e un cane), in 47 giorni hanno percorso oltre 170 km con gli sci, dalla prossimità del Polo Nord geografico in direzione Ellesmere Island, la più settentrionale delle isole artiche canadesi, per documentare le condizioni del ghiaccio e le reazioni del corpo umano agli ambienti estremi. I risultati degli studi saranno resi noti a giugno. I ritmi erano serrati: ogni 2 giorni di cammino, condizioni meteo permettendo, una giornata di immersioni. Ne sono state fatte oltre 50: migliaia le foto, decine le ore di video, infine montate in un documentario 3D di 50’, Abbiamo marciato sul Polo, diretto da Robert Thierry (il primo video della playlist è proprio il trailer del film, mentre il secondo video è uno slideshow di 166 foto scattate durante la spedizione). 

Scioglimento. «Abbiamo raccolto dati sullo spessore e sulla consistenza dei ghiacci, sopra e sotto il livello del mare, e anche dello strato nevoso che li copre» racconta Ghislain Bardout, capo della spedizione. «Questi elementi non sono rilevati dai satelliti o dagli aerei, perché gli apparecchi non distinguono la neve dal ghiaccio. La spedizione si è svolta durante la primavera artica, quando le temperature medie sono sui -30 °C. Noi abbiamo constatato però un loro progressivo innalzamento, siamo passati dai -40 °C ai +5 °C in due giorni: il ghiaccio ha cominciato a sciogliersi sotto i nostri piedi. La banchisa si spezzava come un puzzle: non era più sicuro proseguire». Alla fine è stata completata solo una parte della spedizione, che doveva coprire 1.200 km in 90 giorni. Ma anche le difficoltà incontrate hanno un significato: testimoniano il riscaldamento climatico in corso. Che rischia, in pochi decenni, di cancellare del tutto questi paesaggi. 

Maria Luisa Farris
http://www.focus.it

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