lunedì 15 ottobre 2012


III Guerra Mondiale: Israele abbassa i toni

15 OTTOBRE 2012 
Riteniamo questo articolo di Massimo Mazzucco, pubblicato su LuogoComune.net, uno dei più utili per capire lo snodo storico delicatissimo in cui ci troviamo attualmente a livello internazionale: Israele che preme sugli Stati Uniti perché si avvii contro l’Iran un conflitto regionale che potrebbe sfuggire di mano trasformandosi in una guerra nucleare, con un blocco occidentale ed uno orientale come contendenti dalle due opposte parti del quadrante mediorientale.
La cosa di estremo interesse è riscontrare ciò che emerge dal mutato atteggiamento di Israele e quello che annuncia Keshe in questo articolo attualmente da noi pubblicato: la conferma incrociata che davvero gli equilibri mondiali sono cambiati e ha preso il via un processo che può portare ad una pace duratura.
Jervé  ICONICON.IT
Sembra che il vento sulla questione nucleare iraniana stia cambiando decisamente.
Dopo mesi e mesi di tamburi di guerra, che sembravano voler obbligare gli Stati Uniti a cadere a tutti i costi nella trappola di un attacco militare all’Iran, da Israele arrivano segnali più tranquillizzanti.
Pochi giorni fa il governo israeliano ha riconosciuto, tramite i media nazionali, che gli iraniani stanno effettivamente destinando almeno un terzo dell’uranio arricchito per l’utilizzo di tipo medico. A sua volta – hanno ammesso – non esiste conferma che la fatidica soglia del 20% di arricchimento, che separa l’uso pacifico da quello potenzialmente bellico, sia stata effettivamente superata.
Proprio due giorni fa, durante il dibattito fra i candidati alla vicepresidenza, Joe Biden ha detto chiaramente che “non solo l’Iran è ancora lontano dal confezionare una bomba atomica, ma poi non avrebbe comunque un’arma su cui montarla”. [...]
Biden ha anche aggiunto che “su questo tipo di informazione, i servizi segreti americani e quelli israeliani concordano al cento per cento”.
Nel frattempo in Israele stavano aumentando le voci di preoccupazione per un attacco unilaterale, dopo che il capo delle forze armate congiunte americane, Martin Dempsey, ha dichiarato che “non vorrebbe mai rendersi complice di un attacco unilaterale da parte di Israele all’Iran”. Parlando chiaramente per conto di Obama, Dempsey aveva aggiunto che “gli USA hanno certamente la capacità militare per rallentare la corsa all’atomica dell’Iran, ma non necessariamente quella di fermarla del tutto”.
Traduzione: un paio di bombe possiamo anche tirarle, ma di un’altra guerra con invasione armata non se ne parla nemmeno.
Questa frasi, pronunciate da Dempsey a Londra lo scorso 30 agosto, sembrano aver radicalmente cambiato gli umori in Israele, dove ora si comincia a parlare di tempi molto più lunghi per la “risoluzione” della crisi iraniana.
In ogni caso, conoscendo i personaggi in questione, rimane saggio tenersi pronti ad un improvviso colpo di coda, che nel caso arriverebbe – ovviamente – prima delle elezioni presidenziali. Ovvero, nelle prossime due o tre settimane.
Massimo Mazzucco
   
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