venerdì 21 dicembre 2012

Solstizio d'inverno 21 dicembre 2012

Domani, Solstizio d'inverno 21 dicembre 2012, data tanto attesa…
Buon Solstizio a tutti gli amici, siti amici, lettori abituali e visitatori occasionali.

" Se ci fosse un momento per osare, per fare la differenza, per iniziare qualcosa che vale la pena fare, è adesso.
Non per una grande causa, ma per qualcosa che accende il tuo cuore, per qualcosa che è d'autenticita ispirazione, per un tuo sogno. Lo devi fare adesso, per rendere speciale ogni tuo giorno sulla terra.
Divertiti. Scava in profondità e riemergi.
Respira la vita. Vivi i tuoi sogni! "

Stephen Littleword


I solstizi sono eventi dall’intrinseco significato cosmico e terrestre, e allo stesso tempo sono simboli potenti dei più profondi processi di trasformazione che avvengono nella psiche umana individuale e collettiva.
Nel cuore degli antichi riti del solstizio risiedeva un forte rispetto per i cicli.
Ogni ciclo – che sia un giorno, un anno, una vita umana, o la vita di una civiltà – ha un principio, un centro e una fine; e quasi sempre a un ciclo ne segue un altro.
La vera saggezza consiste nel conoscere il proprio posto in ogni determinato ciclo, e quale tipo di azione è più giusto per quella fase. Quello che può essere costruttivo in un dato momento può essere distruttivo in un altro.
È questo tipo di sensibilità ai cicli del mutamento che è alla base dell’antica filosofia cinese dell’ I:Ching, il libro dei mutamenti. Si legge per esempio a proposito dell’esagramma chiamato Fu
(Il Ritorno, o il Punto di Svolta).
Il tempo delle tenebre è passato. Il Solstizio d’inverno porta la vittoria della Luce… Dopo un tempo di declino viene il punto di svolta. Torna il potere della Luce.

C’è movimento, ma non prodotto con la forza … il movimento è naturale, sorge spontaneamente.
Per questa ragione la trasformazione del vecchio diventa facile…
L’idea del RITORNO si basa sul corso della natura. Il movimento è ciclico,e il corso completa se stesso. Perciò non è necessario accelerare le cose con l’artifizio.
Ogni cosa arriva per conto suo, al momento opportuno. Questo è il significato del cielo e della terra… In inverno, l’energia vitale… giace ancora sotto terra.
Il movimento è solo al suo inizio; perciò si deve rafforzare con il riposo, in modo da non scipparlo usandolo troppo in anticipo…


Per quanto molti cicli ci siano noti, lo sviluppo umano, le stagioni, i moti della luna e del sole, altri sono molto più sottili. In oltre , noi tendiamo a essere consapevoli dei cicli nella misura in cui vi prestiamo attenzione e ci muoviamo con essi.
Quasi tutte le culture, per quanto diverse tra loro, associavano il Solstizio all’idea del rinnovamento del mondo, la comprensione che ad intervalli periodici  la natura e gli eventi umani raggiungono un punto finale e iniziale al tempo stesso. Lo stesso solstizio è un momento del genere, ma anche il simbolo di punti di svolta ancor più importanti.
Le comunità, le società e le civiltà, germogliano e muoiono. Ma questo è un fatto le cui implicazioni pare che siamo decisi ad ignorare.

Oggi viviamo in un mondo che attraversa lo stesso processo di morte e rinascita.
Gli antichi nella loro saggezza, credevano che i principi che operano nella nascita e nella morte delle ere del mondo avessero delle analogie nell’inizio e nella fine di tanti cicli più piccoli, come all’alba e al tramonto, al Solstizio d’estate e a quello d’inverno. Loro ci direbbero che il riso e il pianto sono aspetti della vita necessari entrambi. Il nostro desiderio e che la giovinezza duri per sempre, ma non è così; e la maturità e persino la morte hanno un loro significato essenziale.

E poi ci sono gli “Yuga”…  Il termine è “Yuga”, si trova sia nelle scritture sanscrite che in quelle dravidiche, uno Yuga è una durata specifica compresa nel costante movimento del tempo. Gli Yuga detengono i principi che governano lo sviluppo del destino della razza umana. Yuga è una delle più significative e potenti parole nella filosofia indiana. È così importante perché, a meno che non si conoscano i principi che disciplinano il periodo di tempo in cui si vive, non si può spiegare o comprendere niente sulle forze che guidano le nostre vite collettive e individuali. Per usare una metafora, diventiamo come un albero le cui foglie non riescono a distinguere la primavera dall’autunno. In altre parole, mal giudichiamo la progressione naturale della genesi determinata da successive durate temporali .
La filosofia indiana dice che ci troviamo sul limitare di una enorme trasformazione nel tempo – ci stiamo approssimando alla fine di uno Yuga conclusivo di un ciclo di dieci Yuga, chiamato Maha Kalpa – approssimativamente 60.000 anni. Ci troviamo nell’ultimo segmento di 6.000 anni di quest’ultimo.

il 2012 è una data precessionale; appartiene alla precessione degli equinozi. La levata eliaca del sole all’equinozio di primavera si muoverà dopo aver trascorso 2160 anni sul fondale dei Pesci, quando sarà pienamente stabilita in quello dell’Acquario. Gli Indiani Hopi lo interpretavano come “la fine del mondo”, ma loro intendevano mondo astrologico, non mondo fisico. La tempistica dello Yuga che controlla l’effettivo collasso fisico e il nuovo sviluppo del mondo, nonché l’inizio di questo Yuga, sono chiaramente descritti nei testi dravidici.

È detto che questo Yuga è iniziato nel 3102 a.C.. Ora, lo Yuga possiede una certa struttura, cioè ha un periodo preliminare di 504 anni chiamato l’ ”alba”. Quindi lo Yuga vero e proprio ha inizio nel 3102, e seguono dieci periodi di 504 anni. Poi vi è un “crepuscolo” prima che esso finisca. Questo crepuscolo è in realtà iniziato nel 1938, quando si è trovata la formula per la bomba nucleare ed è iniziata la II guerra mondiale.

Quindi, alla fine di uno Yuga, ne inizia una nuova serie?
Non immediatamente. Secondo i testi Puranici, vi è un intero kalpa in cui Vishnu dorme. Il testo riguarda la triade di energie inerenti al pensiero Indù, quella rappresentata da Brahma, Vishnu e Shiva. Vishnu rappresenta la forza della continuità, della coesione e della perpetuazione. Il dio Shiva è il dio della trasformazione e perciò della distruzione. I testi indiani affermano che in ultima analisi ogni cosa risorge dalla distruzione, come i giardinieri che concimano possono confermare. È quella la fase cui ci stiamo avvicinando. Siamo al crepuscolo dello Yuga finale, che significherà una disintegrazione, seguita da un periodo di pausa nella creazione cosmica per 60.000 anni. A causa di quello che abbiamo fatto alla terra, ci vorrà probabilmente questo lungo periodo affinché il sistema guarisca…

Possiamo solo preparare l’Età dell’Oro nei nostri pensieri. E penso che sia molto importante che lo facciamo, perché questo kalpa segna una profonda trasformazione per la specie. Come dato di fatto, presto ci sarà una nuova forma della nostra specie. Siamo alla fine di una fase embrionale. Nel pensiero Indù, un kalpa è un totale di quattordici di questi periodi di 60.000 anni, e loro ritengono che noi ci troviamo nel decisivo settimo. Quindi in realtà noi dobbiamo diventare, nei nostri pensieri, il seme riproduttivo – dobbiamo raffigurarci e oggettivarci come una specie, in modo che nelle nostre menti possiamo immaginare alcune delle modificazioni che potrebbero realizzare questa meraviglia di una specie dentro una specie, che è molto più vantaggioso in termini di mantenimento dell’intera vitalità della terra.

Gli Yuga non si limitano ad essere solo un aspetto. Una genesi è demarcata da stadi, come alba, porzione centrale e crepuscolo, proprio come in tutti i tempi. Nel pensiero indiano, il tempo ha due definizioni: è kala ed è kali. Kala è tempo infinito, tempo che resta non delineato, tempo che è in maniera incomprensibile infinitamente dilatabile. Kali è genesi, genera la vita, fa nascere la vita, e, come la vita, si articola in stadi. Siamo bambini, giovani, adulti, vecchi. Questi quattro stadi della vita sono paralleli alle quattro età dell’uomo, e alle quattro Età del sistema Yuga. Nell’infanzia, il tempo sembra immenso – aspettare due giorni fino a Natale è come un’eternità. Questo è il modo in cui il Tempo viene espanso nella coscienza, dat o che non è possibile rimuovere Tempo e Spazio dalla coscienza. E perciò c’è kala e c’è kali. Kali è l’esatta misura del tempo, del tempo, in termini di Yuga.

il Kali Yuga si sta già esaurendo. Alcuni come Rudolf Steiner affermano sia già finito. E anche se ci può ancora essere un pralaya o sonno, nondimeno questa è la nostra possibilità per creare un nuovo seme.
Come esseri umani non stiamo sempre più acquisendo nuove facoltà? Sri Aurobindo, per esempio, parlava della discesa del “supermentale”. Anche altre persone, in modi differenti, parlano di nuove facoltà, così anche se siamo negli ultimi giorni del Kali Yuga, ci viene data l’opportunità di immaginare un diverso futuro.

Non solo ci è data, noi dobbiamo prenderla – è essenziale per noi fare ciò. Ma ciò che immaginiamo, poi lo dobbiamo accettare. Ciò che è descritto nel sistema dello Yuga è che nulla di davvero nuovo emergerà mai senza disintegrazione. Ma non dobbiamo lasciare che questa disintegrazione divenga una fonte di paura – piuttosto deve diventare una fonte di opportunità per partecipare ad un’enorme trasformazione.
Kanta

È una prospettiva stupefacente.







Il concetto Vedico del tempo è ciclico, e ruota in cicli di quattro yuga:
Yuga di Satya: 1.728.000 anni umani
Yuga di Treta: 1.296.000 anni umani
Yuga di Dvapara: 864.000 anni umani
Yuga di Kali: 432.000 anni umani
Questo ciclo di yuga che ammonta a 4,32 milioni di anni è anche denominato maha- o divya-yuga. Mille tali cicli, 4,32 miliardi di anni, compongono un giorno del Signore Brahma, il semidio che governa l'universo; un tale giorno di Brahma è denominato un kalpa. Ciascuna delle notti di Brahma dura tanto quanto il suo giorno, ma la vita è manifesta sulla terra soltanto durante il giorno di Brahma. Con l'inizio della notte di Brahma, l'intero universo viene devastato e gettato nell’oscurità; quando un altro giorno di Brahma comincia, la vita diventa di nuovo manifesta.
Ogni kalpa (giorno di Brahma) è diviso in 14 periodi di manvantara, ciascuno della durata di 71 cicli yuga. Precedente il primo, e dopo ogni periodo di manvantara vi è una giunzione (sandhya e sandhyamsa rispettivamente) della durata di un Satya-yuga (1.728.000 anni). Ogni periodo di manvantara si conclude con una devastazione parziale e comincia con una ricreazione parziale dell'universo.
Brahma vive 100 anni, ciascuno di 360 giorni e notti (l'anno Vedico è basato sui cicli lunari, non solari). Così Brahma vive 100 x 360 kalpa = 36.000 giorni più 36.000 notti. In anni umani, la durata della vita di Brahma giunge molto al di là del nostro potere d'immaginazione: 72.000 x 4.320.000.000 anni umani = 311.040.000.000.000 anni umani.
La vita di Brahma coincide con la durata dell'universo. Questo periodo, denominato Maha-kalpa, rappresenta inoltre la durata di un’inspirazione ed un’espirazione di Maha-Vishnu, la Personalità della Divinità (Godhead), che giace all'interno dell'oceano della causalità e dorme. Egli è eterno e sogna il mondo materiale nel Suo sonno cosmico. Quando espira, tutti gli universi emanano dai pori della Sua pelle e un Brahma nasce all'interno di ogni universo; quando inspira, Brahma muore e Maha-Vishnu succhia gli universi nella Sua bocca e li distrugge. Con ogni esalazione, l’intero processo ricomincia. Questo ciclo continua in eterno e perciò è anche denominato tempo eterno.
Il Purana Veda descrive i quattro yuga come di seguito:
Satya-yuga, o l'età dell'oro, è l'età ideale, caratterizzata da virtù, saggezza, religione e praticamente esente da vizio o ignoranza. Gli esseri umani non odiano né invidiano, né provano ansia, spavento, o sono consapevoli del concetto di senso del pericolo. Adorano unicamente l’unica Suprema Personalità della Divinità (Godhead), seguono l’unica Sacra Scrittura, obbediscono all’unica legge e praticano l'unico processo religioso: meditazione sul Supremo. Essi vivono per circa 100.000 anni.

Durante il Treta-yuga viene introdotto il vizio. Le buone qualità che gli esseri umani possedevano durante il Satya-yuga si riducono di un terzo. Si iniziano a praticare i riti religiosi, i sacrifici e le cerimonie. Gli esseri umani iniziano a covare desideri utilitaristici, aspettandosi una ricompensa per il loro lavoro e per l’adempimento alle pratiche religiose. Essi vivono per un massimo di 10.000 anni.

Durante il Dvapara-yuga, il rigore raggiunto nel Satya-yuga si vede dimezzato. Le Sacre Scritture vengono suddivise in quattro parti e soltanto un manipolo di persone le studia. Cominciano a spuntare i desideri sensuali e la malattia, e l'ingiustizia si diffonde nella civilizzazione umana. La gente vive per un massimo di 1000 anni.

Nel Kali-yuga soltanto un quarto del rigore posseduto dagli umani rimane, ed esso gradualmente si riduce a zero con il progredire dell'età. Al momento viviamo nel Kali-yuga, l'età del ferro; la più degradata delle quattro età (kali significa letteralmente " litigio e ipocrisia"). In questa età gli uomini sono di durata effimera e sono poco intelligenti. Sono particolarmente pigri nel portare avanti le loro funzioni spirituali, ed eccessivamente lenti a cedere al Signore. Sono fuorviati, frustrati, e soprattutto sempre turbati. Le qualità religiose (veridicità, pulizia, longanimità e misericordia) e le qualità vitali (intelligenza, durata della vita e forza e bellezza del corpo) sono menomate. La durata massima della vita umana è di 100 anni, che vengono raggiunti peró solo raramente.

Do
ve ci troviamo oggi
Secondo le scritture Vediche, ci troviamo nel primo giorno della seconda metà della vita di Brahma (anche egli invecchia, ed ora ha 50 anni). All’interno di questo giorno di Brahma, siamo nel settimo manvantara (di Vaivasvata Manu), nella ventottesimo tornata del suo ciclo di 71 yuga.
L'astronomia moderna calcola l'inizio dell’attuale Kali-yuga alle 2:27 a.m. dell 20 febbraio dell'anno 3102 AC.
FONTE: Srimad Bhagavat Maha-purana, Canto III, Capitolo XI. Traduzione di Richard S. Brown.
AUTORE: Raja Vidya das. Brani tratti da “Il ciclo delle età. Il Concetto del Tempo Ciclico dei Veda”.

Tradotto dall’inglese e riveduto da

GENIUS LOCI
Astronavepegasus
Tempi-finali
 

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