mercoledì 6 marzo 2013


Il Ciclo d’Integrazione della coscienza in evoluzione


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Vi presentiamo qui un modello che descrive il processo di elevazione della coscienza, così come sperimentato durante la naturale evoluzione spirituale umana. È definito Ciclo d’Integrazione perchè l’effetto finale della sua turnazione è quello di integrare, passo dopo passo, la coscienza di livello superiore – generalmente intesa[*] – con la coscienza di livello inferiore, dando luogo ad una trasmutazione o ad unrilascio d’energia più densa e al conseguente balzo verso una consapevolezza più espansa ed illuminata.

L’intero processo evolutivo (che, come abbiamo già visto altrove, può anche essere chiamato “processo di Ascensione” – ma il nome non è affatto importante) è il risultato di una serie ripetuta di questi cicli attivati e completati sui diversi aspetti della nostra personalità su cui stiamo lavorando. È imprescindibile che, se abbiamo intrapreso un percorso di crescita nella consapevolezza, non possiamo non aver messo in discussione i nostri valori, le nostre credenze, il nostro stile di vita, fino alle parti può profonde del nostro essere fisico, emozionale, mentale e spirituale. Siamo esseri in trasformazione, ed è proprio sul meccanismo soggiacente a questa trasformazione che si focalizza il presente articolo.
Essendo un modello empirico, trae la sua validità esclusivamente nella misura in cui riesce a descrivere precisamente la realtà, ben lungi dall’ortodossia teoretica. A livello energetico, il processo avviene nella maniera universale sotto descritta: le differenze nella modellizzazione possono risiedere dunque soltanto nella suddivisione in fasi, nella loro nomenclatura ed accorpamento e nella terminologia usata nella descrizione del fenomeno.
CicloUn ciclo intero è composto di 5 fasi che si attivano in maniera progressiva:
  1. Attivazione;
  2. Resistenza;
  3. Negoziazione;
  4. Resa;
  5. Adattamento.
Analizziamo ora le 5 fasi del ciclo nel dettaglio, descrivendo con dovizia di particolari i sintomi che le accompagnano.
[*] Nello specifico, può trattarsi di: a) coscienza delledimensioni superiorib) coscienza degli strati più sottili delcorpo di luce; c) coscienza di frequenza vibrazionale più elevata. a) include b) e c)b) include c).

1. Attivazione

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L’attivazione è la fase in cui assorbiamo nei nostri corpi di luce l’energia potenziale di trasformazione. Letteralmente, facciamo rifornimento di “carburante” spirituale, entriamo in contatto con nuove energie pure ed elevate e spalanchiamo loro le porte del nostro campo energetico. Ciò può accadere a livello conscio oppure noL’attivazione è un processo interattivo con l’Universo attraverso cui attiriamo l’opportunità di trasformare la nostra coscienza nel campo di pratica della vita quotidiana, e grazie a cui esploriamo a fondo la nostra agenda spirituale, alla ricerca di nuove occasioni per crescere ed espanderci.
Ecco alcuni modi per attivarsi:
  • Autosservazione. È una pratica volontaria con cui l’essere in divenire monitora i suoi stati emotivi e mentali con distacco e continuità. Non ci siamo più soltanto noi ad agire nella realtà rispondendo agli stimoli esterni, ma una parte di noi stessi si distacca dall’interazione e ci osserva agire nella vita quotidiana, appuntandosi quei precisi stati d’animo e i quei pensieri che stanno a monte della nostra percezione soggettiva della realtà e si trasformano poi in azioni e parole. L’osservatore diventa l’osservato: la causa del nostro comportamento non è più fuori di noi, ma siamo noi stessi con i nostri filtri percettivi distorti. La catena di azione esterna → reazione interna si schianta sul muro che abbiamo eretto assumendoci la responsabilità di tutto ciò che accade dentro di noi. Possiamo allora esercitare l’arbitrio di scelta su quali stati emozionali siano evolutivi e quali involutivi, su quali credenze, giudizi e valori vogliamo adottare e quali vogliamo rifiutare. Scegliendo di percepire e reagire alla realtà in maniera più elevata, il nostro Sè Superiore diventa il costruttore della nostra nuova personalità, per edificare la quale è necessario demolire e trascendere il nostro Ego negativo, picconandolo un po’ alla volta con lo strumento dell’autosservazione.
  • Preghiera e Meditazione. Per preghiera, non intendiamo certo qui la ripetizione monotona, piatta e meccanica di certe formule frasali preconfezionate in cui si citano vari personaggi religiosi. Per avere effetto, la preghiera deve attivare il campo energetico del cuore, deve cioè includere una componente emozionale sincera ed autentica. Si confonde troppo spesso la preghiera con la richiesta di questa o quella cosa a “Dio”, ma il nostro verbale caricato di richieste o pretese egoiche è destinato a rimanere inascoltato. I messaggi che travalicano le barriere dimensionali sono quelli associati a stati emozionali di vibrazioni pure ed elevate, che si fanno veicoli delle nobili forme pensiero che noi vi associamo in una libera e sincera forma dialogica: le domande così posta non rimarranno inascoltate. La meditazione è lo strumento principe per espandere la coscienza, connettersi alla multidimensionalità, acquietare la mente, stare alla Divina presenza, ricaricarsi energeticamente e richiedere assistenza all’Universo, alle nostre Guide, agli Angeli, ai Maestri o semplicemente al nostro Sè Superiore. Durante una sessione di meditazione facciamo il pieno di energie, il nostro corpo e la nostra aura si caricano di potenziale di trasformazione.
  • Contemplazione e Connessione. Contempliamo quando rimaniamo aperti al Creato e riceviamo da esso inaspettate ispirazioni, intuizioni e insight. Può capitarci ovunque e in qualunque momento, possiamo rendercene conto oppure no. La nostra contemplazione è fatta di pensieri e riflessioni cariche di meraviglia e di gratitudine, ogni qualvolta la nostra esperienza di vita ci regala un insegnamento sull’esistenza, che appare come un flash nella nostra mente e ci svela un po’ di più la profonda natura e i segreti della vita spirituale: quando guardiamo negli occhi un bambino, quando abbracciamo il nostro amato, quando guardiamo le stelle nel cielo, ecc. Siamo connessi al Divino in senso generale anche quando afferriamo l’inafferrabile ed esprimiamo l’inesprimibile attraverso le opere d’arte oppure quando entriamo in estasi ascoltando una bella musica. Perfino quando stiamo in mezzo alla natura, in campagna o nei boschi, e percepiamo le forze elementali, il potere e la magnificenza del mondo, siamo in piena connessione. Questa esperienza ci ricarica, ci rigenera ed eleva profondamente la nostra coscienza.

2. Resistenza

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Ora che abbiamo fatto rifornimento di carburante spirituale, dentro di noi alcuni meccanismi e schemi psicologici cominciano a venire alla luce o, come si suol dire, “vengono a galla”, spostandosi dalle zone d’ombra verso le zone della coscienza dove possono essere “viste” internamente ed elaborate. Il nostrosubconscio è come un luogo buio che abbiamo provveduto ad illuminare parzialmente installando nel nostro campo energetico l’energia superiore dell’Attivazione: tanta più “luce” avremo assorbito, tanto più “scure” saranno le ombre che si renderanno disponibili alla percezione interiore e tanto più rapido ed evidente sarà il resto del processo.
A livello cosciente, spesso non abbiamo idea di quali siano le aree di miglioramento spirituale che necessitino della nostra attenzione e rielaborazione; tuttavia, stiamo certi che a livello super-cosciente sappiamo esattamente quali sono le lezioni di vita che dobbiamo imparare, sappiamo quali schemi comportamentali e psichici debbano essere esposti, guariti e trascesi. Dentro di noi c’è già tutto quello che ci serve per progredire e noi dobbiamo fare il possibile per recuperarne memoria.
In tal senso, il nostro Sé Superiore lancerà dei messaggi alla nostra dimensione cosciente, durante la vita onirica o più semplicemente attraverso intuizioni quotidiane. I temi in emersione sono spesso disagevoli: potrebbero coinvolgere le nostre emozioni negative represse che abbiamo sempre giustificato razionalmente, oppure pattern di pensiero negativo che abbiamo mantenuto vivi per anni.
Questi schemi psicoenergetici, in genere stratificati contemporaneamente su più livelli (corporeo, emozionale o mentale) si affacciano timidamente o violentemente alla zona di confine del subconscio, rimanendo in attesa che a livello cosciente, con un atto deliberato, ci prendiamo in carico il processo della loro integrazione e trasmutazione.
Potremmo ad esempio accorgerci finalmente che dietro alla nostra esagerata accondiscendenza verso il partner ci sia la paura dell’abbandono e della solitudine, o che dietro il nostro desiderio di primeggiare ci sia un’inappagato bisogno di riconoscimento, o che dietro la nostra facciata di generoso altruismo si nasconda il nostro bisogno di essere aiutati. Sono pochi esempi che portano ad una sola constatazione: un determinato lato oscuro di noi è in emersione, pronto per essere reinterpretato: come ci comportiamo?
Inizialmente potremmo essere tentati di negare questo processo in modo che la nostra personalità rimanga protetta dagli aspetti potenzialmente dolorosi. Il nostro Ego negativo proverà certamente a bloccare questi messaggi perchè essi minacciano la sua sopravvivenza e la rimozione della sua arma più potente: la paura.L’Ego potrebbe indurci a fare il gioco dello struzzo, generando mille giustificazione razionali e perfino adottando la linea di un ostinato negazionismo, tentando di farci credere che dopotutto le nostre siano solo temporanee fantasie a cui non dobbiamo dare troppo peso.
Questa dinamica genera conflitti, frizioni e travagli interiori, che si esplicano esternamente in modi diversi. Potremmo attraversare una fase di diffusa ansietà o apatia, oppure manifestare pensieri ed emozioni altamente negativi, tanto da sorprenderci di noi stessi. Mentalmente, potremmo sperimentare confusione e difficoltà di concentrazione. Il sonno potrebbe essere disturbato da incubi, insonnia e sudori notturni. Potrebbero verificarsi disturbi fisici come eruzioni cutanee o mal di testa, affaticamento, stanchezza, letargia o una lieve depressione. Potremmo sentirci tanto spiritualmente disconnessi o “abbandonati da Dio”, quante sono le risorse psichiche e le energie impegnate dal nostro travaglio. [clicca per approfondire →]
Nonostante questa serie di possibili manifestazioni esteriori del processo di emersione, spesso la personalità è ancora inconsapevole delle ragioni a monte di questa esperienza. Potrebbe derivarne un temporanea senso di frustrazione, potremmo divenire intrattabili e, nel tentativo di dare una spiegazione a questo caos, raggiungere il nostro climax negativo nell’incolpare gli altri o la società per le nostre difficili esperienze.
Dovremmo allora impegnarci nel trovare la fonte della resistenza lavorando a livello intuitivo, anche durante preghiere e meditazioni. Una buona pratica è quella di rimanere in ascolto distaccato delle nostre emozioni, cercando di capire i motivi profondi che stanno generando quelle negative. C’è qualche vecchio schema che si sta ripetendo? Quali sfide stiamo attirando ed attraversando ora nella vita? È soprattutto a livello emozionale che abbiamo la possibiltà di cogliere quei preziosi indizi che riflettono il focus del nostro lavoro interiore e il modo in cui si manifesta nella creazione della nostra realtà.

3. Negoziazione

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Per quanto arduo e penoso possa essere fare determinate ammissioni di fronte a noi stessi, per quanto possiamo sentirci smascherati, nudi ed indifesi nel prendere in considerazione, anche solo come ipotesi, le nuove verità in emersione, ora ciò che è sempre stato parte di noi senza che mai ce ne fossimo accorti e che ha avuto per anni in mano le briglie della nostra personalità, bussa alla porta della nostra rinnovanda coscienza in attesa che andiamo ad aprire.
Solo chi ha il coraggio di aprire questa porta e di scendere nel proprio “inferno personale”, potrà avanzare con la crescita spirituale. Se non lo fa, la vita gli porterà prima o poi una serie di eventi similari di intensità crescente e di lettura via via più evidente, affinchè possa lavorare su questo o quel determinato aspetto dell’evoluzione. Chi si rifiuta di aprire, sbatterà la testa contro un muro che s’inspessisce sempre di più col passare degli anni.
In una fase preliminare, la nostra personalità potrebbe diventare solo parzialmente consapevole della resistenza e del lavoro interiore che le è richiesto. Nel tentativo di assistere questi processi, avremo voglia o necessità di ricercare cambiamenti positivi nella nostra vita; tuttavia, spesso il prezzo del cambiamento potrà apparire talmente alto da indurci a scendere a compromessi e “vie di mezzo”, con ovvia dovizia di motivazioni razionali.
Ad esempio, sul lavoro il nostro capo ha un modo di fare auterevole e dispositivo – ma mai sgarbato nè irrispettoso – che ci tocca i nervi? Dopo averlo maledetto segretamente per anni, nella fase di Resistenza potremmo aver capito che siamo noi ad aver qualcosa da risolvere. Nella fase di Negoziazione potremmo decidere che abbiamo voglia di metterci in proprio ed andare liberamente per la nostra strada, senza più i vincoli della dipendenza e senza più coltivare cattivi pensieri e stati d’animo nei suoi confronti. Quando, dopo aver assunto dipendenti a nostra volta, ci sorprenderemo a trattarli nello stesso modo in cui eravamo trattati noi, capiremo che la parziale fuga/distacco ci è servita a realizzare che il nostro lavoro di crescita necessita di un ulteriore approfondimento: l’atteggiamento del nostro ex-capo ci dava fastidio perchè noi eravamo potenzialmente proprio come lui.
Anche se questi compromessi raramente funzionano in maniera definitiva, potrebbero diventare una strategia che ci permette di sentirci più a nostro agio nel processo e prepararci a completare eventualmente il lavoro interiore. Abbiate fiducia che lasciar andare del tutto la resistenza sia la cosa migliore che possiate fare, perfino se non riuscite a vedere dove vi porterà e, soprattutto, chi vi porterà ad essere! Questo è il momento di essere dei guerrieri spirituali e di trovare la forza interiore necessaria a completare il processo con coraggio, lasciando andare il vecchio pur avendo solo una vaga idea del nuovo. Questo è il vero lavoro di trasformazione.
In questa fase, a volte la spinta decisiva ci è data dal contatto con la bellezza della natura, dalla purezza di un’anima nobile, dalla nobile magnificenza di una musica o da fugaci momenti di estasi contemplativa. Questi fattori spianano la tortuosità della strada davanti a noi, ci dicono: “Ehi, guarda che cosa ti aspetta!” e ci fanno sentire protetti e supportati dal potere e dalla perfezione dell’Universo benevolo che assiste la nostra vita e il nostro compito.
Prima o poi, realizziamo che una resa parziale non funziona e che ci è richiesto di completare estesamente quest’area di apprendimento spirituale. È inevitabile. Quando questo accade, lasciamo andare la resistenza al processo e permettiamo la Resa.

4. Resa

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La Resa ha luogo quando cambiamo radicalmente il nostro approccio alla corrente esperienza di crescita. C’è richiesta una ferma volontà nel proseguire sulla nuova via offertaci, necessaria a superare la familiare attrazione verso quella vecchia e la naturale tendenza ad evitare il dolore e il disagio che il processo comporta. Così facendo, togliamo potere alla nostra resistenza interna all’avanzamento.
Tuttavia, la vera ed autentica resa ha luogo solo quando capiamo le lezioni a livello profondo e non soltanto a livello intellettuale, poichè essa deve provenire dal centro del nostro essere e non dalla nostra mente. Dobbiamo accettare il fatto che la comprensione mentale non sia sufficiente per lasciar andare i problemi, spesso più stratificati e radicati di quello che pensiamo. La Resa apre le porte ad una fase di profonda realizzazione di sè: poichè resistere al flusso della vita è energeticamente dispendioso e disagevole, sperimentiamo normalmente la resa come una sorta di libertà, di leggerezza e di positività, quasi sempre accompagnati o preceduti da un rilascio energetico.
I connotati assunti dal rilascio dipendono dal nostro grado di evoluzione sul sentiero dell’Ascensione e dal tipo di energia in gioco. Classici esempi di rilasci somatici sono febbre, vomito o diarrea, spesso concentrati nelle fasi iniziali del processo di Ascensione (cioè le prime due iniziazioni del Risveglio e del Battesimo), quando c’è molto psichismo somatizzato da rielaborare e sono maggiori le resistenze e le negatività da trasmutare.
Il rilascio può verificarsi più frequentemente a livello emozionale, sotto forma di esplosioni di rabbia, pianti spontanei e catartici “vaffa…” liberatori. Ci sorprenderemo di noi stessi nel renderci conto di quanta energia negativa serbassimo nel subconscio e di quanto bene ci faccia liberarcene una volta per tutte, poichè è nell’esatto momento di questo rilascio, in cui si compiono energeticamente la de-somatizzazione e l’espulsione, che operiamo la nostra autoguarigione e saliamo in consapevolezza, pur se a volte il processo ci lascia storditi, affaticati o distrutti, senza un briciolo di energia. Il riposo e il sonno divengono quindi più importanti del solito.
A volte i rilasci emozionali li sentiamo arrivare in anticipo, prima che raggiungano la loro fase acuta. Sentiremo allora il bisogno di isolarci dal contesto quotidiano e di ritirarci nella nostra interiorità, in solitudine, in profondo contatto con noi stessi, nell’antro protetto dei nostri intimi cerimoniali. Sentiamo come se l’Universo fosse attratto un po’ più vicino a noi, per sostenerci ed assisterci tramite eventi sincronici che non mancheremo di interpretare. S’inaugura per noi il tempo della fede e del coraggio. Talvolta, potremmo pure percepire un disagio crescente che monta in una sorta di anonima e travagliata inquietudine che alla fine affiora traboccante alla coscienza, spesso accompagnata da ricordi di episodi del passato pronti ad essere rivissuti, reinterpretati e trasmutati.
Specialmente negli ultimi stadi dell’Ascensione, la resa è vissuta invece come un rilascio estatico, in cui sperimentiamo brevi momenti di profonda beatitudine ed unità con l’Universo. In questi momenti siamo colti da improvvisi insight su cosa significhi espandere la nostra coscienza e fondersi con l’energia e il proposito evolutivo dell’Universo. Nelle fasi finali del processo, superata l’iniziazione della Trasfigurazione, il catalizzatore della crescita non è più il Dolore ma diventa la Grazia Divina, alimentata dalla continua connessione monadica.
Si dice che la vita spirituale sia pienamente nelle nostre mani. Ciò è vero in particolar modo durante la fase della Resa, in cui scegliamo deliberatamente se resistere al cambiamento e alla nuova consapevolezza che avanza, o se allineare più o meno velocemente i nostri sforzi con il processo di Ascensione, abbandonandoci ad un armistizio totale ed incondizionato. Tanto più padroneggiamo noi stessi, quanto più diventiamo maestri nel processo di ascensione personale, fino ad arrivare ad avere consapevolezza di ogni stadio che stiamo sperimentando e comprendere a cosa ci serva.

5. Adattamento

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Giunti a questo stadio, ci sentiamo “diversi”, come se fossimo cambiati e saliti ad un più alto livello di coscienza. Anche se non lo abbiamo realizzato ancora pienamente, siamo in procinto di fare questo passo. Attraverso la Resa, abbiamo già messo un piede sullo scalino successivo, ora non resta che abbandonare il gradino in basso, su cui ancora parzialmente ci appoggiamo, e sollevarci definitivamente verso un nuovo più elevato punto di vista.
Abbiamo consentito a che una parte di noi stessi, con cui abbiamo convissuto per anni e che – per dirla giusta – “siamo stati” per anni, sia stata volontariamente ed intenzionalmente rigettata via dal nostro essere in divenire, dopo averla riconosciuta non confacente, inidonea e antievolutiva al sentiero che stiamo percorrendo.
Siamo letteralmente morti ad una parte di noi stessi. Abbiamo attraversato una piccola Morte del Vecchio, che ci ha aperto le porte ad una piccola Rinascita nel Nuovo. Il progresso spirituale si ottiene così, facendo girare tante volte la ruota della Morte/Rinascita, sia in senso lato (parlando di re-incarnazione) sia nel sensostretto di “cambiare pelle”, giorno dopo giorno, lezione dopo lezione. Dopotutto, il Ciclo d’Integrazione di cui stiamo parlando non è altro che una diversa denominazione, soltanto più tecnica, di questa grande Ruota.
Quando abbracciamo un più alto livello dell’essere, il nostro Sè rinnovando deve abbandonare la sensazione di familiarità. Nel periodo immediatamente successivo alla Resa, potremmo sentirci frastornati, disorientati e vulnerabili, potremmo non sapere più chi in realtà siamo. Ci troviamo in quella delicata fase in cui la vecchia pelle giace morta sul pavimento ma la nuova non si è ancora formata del tutto. Per giorni o settimane, potremmo essere affranti ed afflitti per questa sorta di disorientamento che ci pervade.
La nostra naturale reazione sarebbe quella di aggrapparci a ciò che, essendoci familiare, ci ricorda il nostro vecchio modo di essere che, per quanto indesiderato, potrebbe ancora rivelarsi temporaneamente rassicurante. Potremmo reiterare vecchie abitudini come se nulla fosse successo, ma dentro di noi sappiamo che qualcosa è cambiato definitivamente e per sempre. Non conta che cosa facciamo, conta il come ci sentiamo nel farlo; e stavolta, quella cosa che abbiamo fatto da sempre, quella reazione che abbiamo messo in atto ogni volta, quei pensieri o quelle emozioni nostri abiti abituali, beh, ora non ci riempiono più, ci lasciano con una sensazione di desolante vuoto, con la certezza profonda che “noi possiamo essere e fare meglio di così”.
Certamente, potremmo trovarci ad affrontare gli schemi del nostro cervello rettile e le sinapsi della corteccia che continuano ancora a voler alimentare gli stessi percorsi elettrochimici, favorendo risposte meccanicamente identiche agli stessi stimoli; tuttavia, qualcosa è cambiato energeticamente a livello profondo, tanto da inibire la spontanea azione-reazione del corpo fisico, che prima o poi segnerà il passo. Anche se attraversiamo un periodo in cui possiamo negare temporaneamente le nuove energie e la nuova consapevolezza, alla fine ci decideremo ad organizzare ufficialmente il funerale del nostro vecchio Sè, accettando serenamente di avanzare liberi sulla nostra nuova via.
Ci sentiremo allora esultanti e gioiosi, noteremo e godremo dei più alti aspetti del nostro essere. Potremo provare emozioni pure come l’Amore incondizionato, la pace e la compassione e produrremo pensieri positivi con maggiore facilità. Avvertiremo che l’influenza dell’Ego negativo si sia indebolita rispetto a prima, in conseguenza del minor peso energetico e del minor potere che concediamo alla paura, in tutti gli aspetti della nostra vita.
Diventeremo maggiormente distaccati dalla negatività delle altre persone, la percepiremo in minor misura, come se fosse più lontana, come se non ci toccasse nè riguardasse più. Perchè? Ci siamo semplicemente resi inabili a risuonare a quelle basse vibrazioni. Ciò che prima ci infastidiva, ora ci lascia indifferente, a volte persino con una piacevole venatura di sarcastica autocommiserazione, della serie: “Ma guarda un po’, in che situazioni banali mi sono sempre fatto coinvolgere…”. È naturale, visto che ora vediamo la realtà con nuovi occhi e interagiamo con essa con un’aura purificata. Spesso, le persone karmicamente necessarie a questi nostri specifici apprendimenti spirituali si fanno naturalmente da parte, talvolta in modo brusco, talvolta mantenendo rapporti cordiali. Ormai, il loro compito è terminato.
Entro poco tempo, ci sintonizzeremo su questo nuovo livello dell’essere. Prima che il ciclo ricominci da capo, prima che la nostra prossima sfida compaia all’orizzonte, prima che la giostra dell’Universo ci conduca verso il nostro prossimo slancio ascensionale, la nostra vita scorrerà fluida e senza ostacoli, tutto ci sembrerà facile e naturale, basterà semplicemente Esistere al nostro nuovo livello. Sarà anche più difficile ricordarsi la “versione precedente” di noi stessi: infatti, in seguito a diversi passi ascensionali sul sentiero e alla serie di cambiamenti radicali accaduti nella nostra personalità, potremmo perfino diventare irriconoscibili a noi stessi o agli altri che non ci vedono da un po’ di tempo.
Chi è maggiormente sensitivo alla propria aura, potrebbe percepire le nuove diverse energie che rispecchiano la crescita ascensionale. Durante i gli “aggiornamenti” evolutivi, il nostro corpo energetico e i nostri chakra cambiano, in risposta al progresso della coscienza lungo il percorso di Ascensione. Potremmo diventare più consapevoli delle dimensioni più elevate e del flusso di energie spirituali che dall’alto entrano nel nostro sistema. Potremmo notare un’espansione del nostro campo aurico e della nostra consapevolezza multidimensionale, sperimentandolo come una sensazione estatica e gioiosa, una vera rivelazione, un sentimento di essere integrato all’interno di una coscienza più vasta che ci comprende.
Qualcuno potrà anche avvertire la sensazione di essere frastornato e sradicato. Il pensiero sistematico potrebbe farsi macchinoso e l’esercizio fisico più stancante del normale. In questa fase, provare stanchezza o sonnolenza diffuse è molto comune, fa parte del processo di adattamento. Siate gentili con voi stessi, rinunciate agli impegni non necessari mettendo i vostri bisogni al primo posto. Riposate durante i momenti di stanchezza, bevete molta acqua e assumete cibo sano e purificante, che ci aiuta a riconnetterci con il nostro corpo e col mondo fisico.
È il momento di Essere piuttosto che di Fare! Concedetevelo. Permettetevi riposo, contemplazione, tranquillità e riflessione. Se vi reimmergerete troppo presto negli impegni abitudinari della vita quotidiana, probabilmente non noterete alcun cambiamento e perderete un’opportunità; se invece vi concederete il giusto tempo e il giusto modo di prendere contatto con la vostra nuova coscienza più elevata, integrerete le nuove energie e noterete la differenza.

Osservazioni

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Ecco infine tre osservazioni empiriche per l’applicazione del Ciclo d’Integrazione:
  • Per portare a termine ciascun singolo apprendimento o lezione di vita in una specifica area di miglioramento potrebbe essere necessario il completamento di un numero di cicli superiore ad uno. Anzi, quasi sempre è così. Ogni ciclo compiuto su uno stesso specifico schema emozionale o mentale è come una “passata” di pialla su un medesimo punto, che a lungo termine rende liscio il legno.
  • Il tempo necessario al completamento di un ciclo è variabilissimo: può andare da settimane, a mesi e perfino anni per i problemi più stratificati. I fattori che influenzano la variabilità della durata sono molteplici: in primo luogo, la quantità di energie assorbite e le risorse mentali messe in moto durante la fase 1. di Attivazione, e secondariamente la costanza di altre forze psichiche motrici come tenacia, perseveranza e volontà. La maggiorparte dei fattori determinanti sono di natura endogena, ma in questi tempi di grande trasformazione l’energia disponibile globalmente accelera la velocità di questo processo.
  • Data la complessità e la varietà dell’esistenza, solitamente apprendiamo lezioni in diverse aree di miglioramento, contemporaneamente. Ad esempio, ad un dato momento della nostra vita potremmo essere alle prese con il migliorare la nostra scomposta reazione alle critiche e, allo stesso tempo, la nostra insoddisfacente relazione di coppia che ci fa attrarre sempre lo stesso tipo di partner. Avremo dunque più cicli aperti per ogni area di sviluppo, e non necessariamente tutti nella stessa fase. Nel campo d’apprendimento che è la nostra vita, le lezioni spirituali persisteranno – con la relativa ripetizione di esperienze simili – finchè non integreremo completamente gli insegnamenti della lezione corrente.
Durante l’espansione di coscienza, si verificano profondi cambiamenti nella nostra aura e nei nostri corpi di luce. Il nostro campo energetico si espande e si fonde con le sue stratificazioni più ampie e di frequenza superiore. Il cambiamento si ripercuote poi ovviamente anche sulla nostra personalità, i nostri pensieri e le nostre emozioni. Diventiamo letteralmente, per gradi, un diverso tipo di persona, molto somigliante a ciò che vogliamo diventare e a ciò che già siamo a livello profondo.
Parafrasando un noto proverbio:

“Abbiamo voluto la Ruota? E adesso facciamola girare!”

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Autori: Carthesio per Hearthaware blog | Progetto Ascensione
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