venerdì 22 agosto 2014


Papa Francesco, tra riforma spirituale della Chiesa e incidenti parentali

amore 
Premessa.
Questo articolo, lo premetto subito, non piacerà ai più. Non piacerà ai cattolici, che ci vedranno un attacco alla Chiesa, non piacerà ai massoni che ci vedranno una parola positiva per la Chiesa, e non verrà capito dalla maggioranza delle persone ancora abituate a pensare in schemi di “buono – cattivo” “giusto – sbagliato” bene – male”. In particolare i complottisti, non conoscendo altro che il connubio Gesuita = male assoluto, e ignorando che la realtà ha diverse sfumature di grigio e non solo bianchi o neri, già si sono scatenati su face book, dove anche nella mia bacheca compeggiano tesi come quella di un complotto gesuita per fare pubblicità al Papa.
La storia della Chiesa non è la storia di un’istituzione monolitica che ha avuto sempre un pensiero unico e uniche correnti.
A partire dal Concilio di Nicea, la Chiesa ha tentato di soffocare, col sangue e con ogni mezzo possibile, ogni forma di spiritualità alternativa a quella cattolica, si trattasse di altre religioni (buddhista, induista, islamica) o si trattasse di cristianesimi alternativi, ma non è stata l’unica forza in campo.

In chiave spirituale, la storia della Chiesa a partire da Nicea, può anche essere letta come il tentativo di alcuni gruppi di matrice giovannita, di contrastare il potere della Chiesa cattolica, spesso infiltrandola da dentro e indebolendone la struttura.
Le forme di lotta portate avanti dai gruppi giovanniti (ovverosia Rosacroce e Templari prima, e massoni poi), si sono svolte su due fronti per certi versi del tutto opposti:
- la corruzione e la collusione con la massoneria deviata; basti ricordare Paolo VI, e i suoi rapporti con Calvi, Gelli e Ortolani, che giunsero fino al punto da insignire queste persone di titoli onorifici che davano a Gelli e Ortolani la facoltà di accedere in qualsiasi momento e senza preavviso a colloqui diretti col papa, come si trattasse di amici di vecchia data;
- la spinta spirituale. In ogni tempo e in ogni epoca gruppi di giovanniti hanno portato avanti istanze e discorsi spirituali, dall’interno della Chiesa, per spiritualizzarla. Una delle prime mosse in senso spirituale dei gruppi giovanniti fu il monachesimo, che introduceva forme di spiritualità molto avanzate, contrastanti col potere meramente materiale dei porporati e del Papa; San Francesco, ad esempio, era un giovannita (per questo motivo intratteneva rapporti coi sufi, e godeva della protezione di Federico II, che gli mise accanto Frate Elia, alchimista di fiducia del sovrano e successore di San Francesco, che venne poi scomunicato proprio per questo motivo), come lo erano San Benedetto e San Bernardo. Talvolta, quando alcuni monaci si spingevano troppo in là, venivano assassinati o messi al rogo (San Benedetto subì tre tentativi di assassinio; Giordano Bruno venne messo al rogo; lo stesso Ignazio di Loyola per la creazione dei suoi Esercizi Spirituali rischiò il rogo).
Un grosso impulso in senso spirituale fu dato da Giovanni XXIII, che dette l’avvio al Concilio Vaticano II, stabilendo alcuni principi assolutamente innovativi per la Chiesa, dal punto di vista spirituale: la pari dignità di tutte le religioni (concetto assolutamente esplosivo per la Chiesa; non a caso il Concilio Vaticano II è visto con sfavore dai cattolici più fondamentalisti) e la possibilità di accedere alla lettura delle sacre scritture direttamente (fino agli anni ’60 infatti era proibita la lettura della Bibbia personalmente, per i fedeli; per capire la gravità della situazione basti pensare che nel 1500 William Tyndale fu messo al rogo per aver tradotto la Bibbia in inglese ad uso dei fedeli).
Il Concilio Vaticano II non fu terminato da Giovanni XXIII, che morì durante i lavori e al suo posto fu nominato un Papa, Paolo VI, che garantisse maggiore continuità con il vecchio sistema di potere.
Un forte impulso riformatore fu tentato da Papa Luciani che, come è noto, morì dopo 33 giorni di pontificato. Tra le riforme che costui voleva apportare, un rimaneggiamento dei vertici dello IOR, con la rimozione in particolare del cardinale Marcinkus, che venne invece immediatamente riconfermato da Giovanni Paolo II.
Se Giovanni Paolo II non fu così kamikaze come il suo predecessore dal punto di vista temporale, non mancò comunque di dare un notevole impulso spirituale, con l’organizzazione della Giornata Mondiale della Pace, convocando i rappresentanti di tutte le religioni ad Assisi, nel 1986: un colpo non proprio mortale, ma decisivo, alla delirante idea portata avanti dalla Chiesa per 2000 anni, di essere l’unica detentrice della verità.
Con Papa Ratzinger si è avuto un deciso regresso spirituale, in particolare con il suo richiamo all’assolutismo religioso e la sua proclamazione del relativismo come uno dei peggiori mali dell’umanità.
Il messaggio spirituale di Papa Francesco.
Quanto a Papa Francesco invece, se dal punto di vista materiale e temporale è presto per giudicarlo, dal punto di vista spirituale ha portato delle novità senza precedenti.
Famosa è la sua dichiarazione contro tutte le lobby di potere (ovvio quindi il riferimento a massoneria, Opus Dei, e società segrete in generale).
Molto pericoloso è anche il suo continuo riferimento all’amore (chi ha letto i miei precedenti articoli sulla lotta tra Chiesa e Massoneria, o il terzo volume della trilogia Sistema Massonico e Ordine della Rosa Rossa, capirà immediatamente questo passaggio).
Quando qualche mese fa ho letto la sua dichiarazione sul settimanale argentino “Viva”, ove dichiarava che la Chiesa non dovrebbe fare proselitismo perché non è giusto convincere gli altri a fare qualcosa, mi sono detto tra me e me che come Papa avrebbe avuto vita breve e che anche la sua vita era in pericolo.
Dal punto di vista spirituale questa dichiarazione si salda infatti con la posizione del Concilio Vaticano II e con il forte messaggio lasciato da Giovanni Paolo II per rilanciare il problema dell’unità spirituale di tutte le religioni.
La sua recente dichiarazione contro la guerra è senza precedenti per un papa: “E’ lecito fermare l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo: fermare, non dico bombardare, o fare la guerra. Dico: fermarlo”.
Oggi, a un giorno dalla questa dichiarazione (per certi scontata dal punto di vista del contenuto, ma per certi versi eccezionale, se detta da un papa, che è arrivato a dichiarare addirittura che c’è in atto una terza guerra mondiale, lì dove i suoi predecessori si sono sempre limitati a demenziali inviti alla pace) perdono la vita tre suoi parenti in un incidente; è arrivato dunque il primo avvertimento chiaro e diretto per calmierare il suo operato (come a suo tempo arrivò l’attentato a Papa Giovanni Paolo II).
Pregate per me, ha detto il Papa. Si badi: ha detto di pregare per lui, non per i suoi parenti morti. Perché dal punto di vista spirituale, i suoi parenti si sono ricongiunti al divino e sono tornati a casa, e lui lo sa bene. Non sono loro quindi il problema. Il problema è per lui, perché quei morti sono diretti a lui, e con quel “pregate per me” fa capire qual è il problema. Lui, e la Chiesa, e la riforma spirituale della Chiesa cattolica.
La guerra spirituale tra gruppi diversi è in corso da millenni. Dove si colloca Papa Francesco non posso dirlo e non posso saperlo, perché è troppo complicato individuare nel breve periodo la reale coloritura di un Papa che, per la sua particolare posizione (al centro di una serie di poteri convergenti sulla sua figura ma spesso in conflitto tra loro) è indefinibile. Molti papi sono stati costretti a tenere posizioni ambivalenti tenendo il piede in due, ma anche più scarpe, perchè una presa di posizione troppo netta in senso spirituale verrebbe immediatamente fermata con violenza, come è successo altre volte.
Quel che è certo è che l’impulso spirituale dato alla Chiesa da questo Papa (sia esso di sola facciata, come dicono i complottisti, o sia anche sostanziale) è molto forte. Quel che è altrettanto certo è che la vita di questo Papa non sarà facile. E, infine, un’ulteriore certezza è che la Chiesa ha da tempo avviato un timido tentativo di riforma spirituale, molto malvisto in certi ambiti, accaniti avversari di ogni istanza spirituale dell’uomo.
La Chiesa deve essere infatti riformata sia dal punto di vista materiale che spirituale; ma la riforma che certi poteri temono di più è quella spirituale perchè, anche se le masse non sono in grado di comprenderlo, una volta diffusa una maggiore spiritualità nel mondo, il potere temporale cessa di avere un qualsiasi effetto sugli esseri umani.
In quest’ottica non c’è da stupirsi se il Papa, di ritorno da un viaggio in Corea, ha dichiarato: “ancora due o tre anni e poi me ne ritorno a casa”, alludendo al fatto che non vivrà a lungo. Lo sa bene, Papa Francesco, che non vive a lungo chi cerca di portare vento di spiritualità nella Chiesa.

Nessun commento:

Posta un commento