giovedì 30 agosto 2012

La Mente e il Cuore

Il problema più grande che l’uomo moderno si trova ad affrontare è che la mente è fin troppo coltivata, mentre il cuore è del tutto trascurato; non solo è trascurato, ma è anche biasimato: non è permesso avere emozioni, le devi reprimere. L’uomo emotivo è giudicato debole, l’uomo sensibile è giudicato infantile, immaturo. L’uomo di cuore non viene considerato contemporaneo, ma primitivo. Le condanne dei sentimenti e del cuore sono così tante che si diventa timorosi dei sentimenti, è naturale. Si impara a escludere i sentimenti e, poco a poco, il cuore viene completamente evitato, si va direttamente alla testa.
A poco a poco il cuore diventa un organo che pompa sangue, tutto lì … 
… Vivere nella mente è vivere sul piano umano, vivere al di sotto della mente è vivere sul piano animale. Vivere oltre la mente, nel cuore, è il piano divino. E attraverso il cuore che siamo collegati al Tutto: quello è il nostro contatto …. La mente è uno splendido meccanismo, usalo, ma non farti usare. E’ al servizio dei sentimenti : se il pensiero serve i sentimenti, tutto è in equilibrio; nel tuo essere sorgono profonda quiete e gioia, e non da qualcosa che sta fuori, ma dalle tue fonti interiori. Affiorano e ti trasformano, e non solo te: ti rendono così luminoso che chiunque entri in contatto con te può avere un assaggio di qualcosa di ignoto, mai sperimentato prima …
… Con tutte le sue tensioni, le sue ansie e i suoi problemi, l’uomo si perde nella follia e diventa qualcun altro. In profondità sa di non essere il ruolo che sta recitando, sa di essere qualcun altro, e questo genera una profonda dissociazione interiore: non può recitare bene la sua parte, perché sa che non si tratta della sua realtà autentica, e non può neppure trovare la sua autenticità. Deve continuare a recitare, perché il suo ruolo gli dà sostentamento economico, moglie, figli, potere, rispettabilità, tutto. Non può mettere a repentaglio tutto quanto, e così continua a recitare il ruolo di Napoleone Bonaparte. 
A poco a poco inizia a crederci anche lui. Lo deve fare, altrimenti farebbe molta fatica a recitare. L’attore migliore è quello che dimentica la propria individualità e s’immedesima nella parte, allora il suo pianto è autentico, il suo amore è autentico, e qualunque cosa dica non è solo un ruolo imparato a memoria, gli viene dal cuore, è pressoché reale. Quando devi recitare una parte, ti ci devi calare del tutto. Devi diventare quello che reciti.
Tutti recitano una parte, ben sapendo di non essere realmente nulla di tutto ciò. E così si crea una frattura, che distrugge ogni possibilità di rilassamento, di fiducia, di amore e di comunione con qualcun altro, amico o amante. 
Ci si isola. Si diventa esiliati, per propria scelta, e poi si soffre.

Tratto da "Il benessere emotivo" - Osho Rajneesh

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Quando si vive nella mente si hanno tanti padroni
quando si vive nel cuore si è liberi

Elia Menta

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