sabato 8 dicembre 2012

MESSAGGI ALIENI RIPORTATI DAGLI ADDOTTI PRESAGISCONO L'ARRIVO DI UN GRANDE MUTAMENTO

LA BATTAGLIA FINALE 

Messaggi alieni riportati dagli addotti presagiscono il sopraggiungere di una grande rivoluzione e ci esortano a prepararci sia spiritualmente che materialmente al mutamento in atto

Ho concluso il mio precedente articolo dicendovi che Franco (nome fittizio dato ad uno dei pazienti che ho in cura) è sicuro che gli extraterrestri si manifesteranno pubblicamente molto presto. 

In verità non è l'unico a pensarlo: quasi tutti gli addotti che seguo provano da tempo una forte inquietudine interiore che, lentamente, si sta trasformando nella chiara sensazione che qualcosa stia per accadere e che "loro" stiano per arrivare. Tutte queste cose che andiamo apprendendo, i piccoli pezzi del mosaico da ricostruire dovranno per forza avere un tempo ed uno spazio in cui evolversi e realizzarsi.

In altri termini, non parliamo di eventi che non accadranno mai o che avverranno in un tempo molto lontano ma di fatti - assodato che siano veri - che dovranno necessariamente avere luogo e, probabilmente, molto presto.
Le sensazioni, le intuizioni, le premonizioni, poiché nascono nell'emisfero destro del cervello che è atemporale, non sono perfettamente databili, ma è pur vero che gli avvenimenti di cui veniamo a conoscenza per loro tramite, prima o poi accadranno.

Quindi si presuppone che le informazioni sul futuro dell'Umanità, trasmesse in questi anni dagli alieni tramite i loro contatti terrestri dovranno realizzarsi presto. Noi sappiamo che i rapiti sono persone preparate ad affrontare una situazione planetaria non molto piacevole, attraverso la quale, però, una parte dell'Umanità stessa potrà finalmente effettuare un salto di coscienza che permetterà di vivere in armonia con l'ambiente che ci circonda e con le energie spirituali a noi vicine. Questo rappresenta il panorama tratto dal lavoro da me svolto negli anni con gli addotti.

Il momento delle scelte è vicino

Ebbene, se ci guardiamo intorno o semplicemente scorriamo le pagine dei giornali, non vi sembra che ci troviamo già in una situazione spiacevole? Terremoti, uragani, disastri ambientali di ogni genere. Tante bestialità che l'uomo continua a commettere non possono che farci pensare che abbiamo quasi raggiunto il fondo. Dunque perché non ammettere che forse, tra breve, accadrà un "qualcosa"? Qualcosa, che comunque sia porterà ad uno sconvolgimento positivo.

Credo che quello in cui stiamo vivendo potrebbe essere lo scenario adatto alla comparsa degli alieni ed il momento in cui gli addotti potrebbero svolgere il compito che è stato loro assegnato. Il discorso si complica, ma in un certo senso diviene più chiaro, se a tutto questo abbiniamo l'aspetto religioso che spesso emerge dai discorsi degli addotti: in quest'ottica, infatti, il grande mutamento, lo sconvolgimento, quel "qualcosa" a cui accennavo prima diviene il campo di battaglia finale dell'eterna lotta tra le forze del bene e le forze del male.

 Parlo di scontro finale perché si tratta di un cerchio che si chiude dopo migliaia di anni. Ipotizzerei che gli eventi di cui saremo testimoni avranno una doppia valenza, sia fisica che metafisica, ovvero influiranno sulla materia ma, soprattutto, sullo spirito. Forse avremo bisogno proprio di una rivoluzione come questa per arrivare a conoscerci meglio e raggiungere una maggiore consapevolezza di cosa significhi scegliere il bene o scegliere il male.


ABDCUTION: IPOTESI ESPLICATIVA SUL FENOMENO PIU' COMPLESSO DELL'UFOLOGIA MODERNA
In attesa del risveglio - La fuga della mente di fronte all'irrazionale. Una latente conoscenza superiore. La convinzione di avere una missione da compiere

Una delle costanti riscontrate nel gruppo di addotti che ho avuto modo di seguire è quella che, ad un certo punto del loro cammino… scappano. Più che del loro cammino, direi del loro "risveglio". Accade puntualmente che dopo i primi incontri, in cui emergono i primi ricordi, scompaiono e non si fanno più sentire, anche per lunghi periodi di tempo. 

Inizialmente, avevo imputato questo tipo di reazione alle spiacevoli emozioni legate al ricordo dell'esperienza di sequestro. Ricordare di essere stati prelevati, apparentemente contro la propria volontà, condotti da qualche parte e sottoposti in qualche modo ad una sorta di esame medico e/o susseguente manipolazione genetica, non è certo un'esperienza piacevole. Col passare del tempo ed approfondendo le ricerche però, ho cambiato idea.

È fuori dubbio che il ricordo di determinati traumi subiti provochi a volte vere e proprie tempeste emotive, ma ritengo che la ragione primaria sia molto più profonda. Innanzitutto, è necessario sottolineare che il rapimento fisico vero e proprio si verifica poche volte nella vita, la maggior parte, infatti, avviene a livello più "sottile", astrale o anche semplicemente mentale. 

Naturalmente anche queste esperienze, per quanto virtuali, possono essere spiacevoli, essendo legate al tipo d'evento ed alle emozioni provate. Ma la voglia di scappare nasce dalla volontà della mente razionale di cancellare ciò che diventa sempre più evidente: trovarsi di fronte a qualcosa che non riesce a spiegare e che sembra spingersi oltre i limiti della dimensione materiale in cui è abituata a muoversi.

Tendo ad escludere finalità negative

Inizialmente questo conflitto tra la mente razionale che rifiuta e la mente profonda che tende a portare in superficie, è molto stridente. Questo è il motivo perché si allontanano. Con il passare del tempo, però, ritornano sempre, perché sanno o avvertono inconsciamente di avere un compito da svolgere. Quando si lavora con un addotto, si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad una persona con una conoscenza superiore, anche se latente.

 Loro, d'altra parte, sanno di avere un ruolo ben preciso, un compito specifico da svolgere, anche se non riescono a definire quale. Deve essere estremamente frustrante sapere di avere a disposizione una Ferrari e non riuscire a ricordare come metterla in moto. Ho chiesto a più d'uno di essi se sapevano quale fosse il loro compito. Tre di loro mi hanno dato la stessa identica risposta: "cambiare gli uomini nel cuore e nella mente". Cosa vuol dire? Cambiare l'umanità in meglio? E come? A questa domanda non hanno saputo rispondere.

Quando ho chiesto il momento in cui ciò sarebbe stato possibile, la risposta è stata la stessa: "Lo sto già facendo". 

Debbo dire che questa risposta mi ha lasciato abbastanza perplesso. Queste persone non hanno un ruolo sociale particolare e nessuna di loro se ne va in giro chiedendo al prossimo di cambiare. E se tutto ciò stesse avvenendo su un piano diverso? Assurdo? Lo so, la mente razionale vacilla. 

Ma in fondo questa realtà non è che la punta di un iceberg. È illogico pensare che tanto tempo e tanta energia investiti su migliaia di esseri umani, non abbiano una finalità. Tendo ad escludere una finalità in qualche modo negativa per due ovvie ragioni. La prima è che questi esseri sono così evoluti tecnologicamente da doverlo essere anche in senso etico, altrimenti si sarebbero già autodistrutti (vedi la nostra civiltà).

 La seconda è che se avessero, in qualche modo, mire espansionistiche o di dominio nei nostri confronti avrebbero già avuto modo e tempo di attuarle. È chiaro che abbiamo ancora troppo pochi elementi del fenomeno per poter comprendere appieno e trarre delle conclusioni definitive ma, è mia opinione che, per saperne di più, non passerà molto tempo.
Un'altra costante che ho riscontrato negli addotti è il senso dell'attesa. Tutti aspettano qualcosa. Si potrebbe ipotizzare un evento o qualcosa di simile, che funga da catalizzatore, da sequela, per il risveglio delle loro coscienze. Un'inquietudine che sta aumentando sempre di più. Staremo a vedere.


Articolo del dottor Gennaro Pepe

Gennaro Pepe è medico psicoterapeuta ed ipnoterapeuta, il dottor Gennaro Pepe si occupa attivamente, del fenomeno dei rapimenti alieni. Ha costituito un gruppo di supporto grazie allo studio scaturito dal lavoro effettuato su numerosi soggetti che riscontravano una simile esperienza alle spalle. Lo scopo prioritario nelle ricerche del dottor Pepe non è di accertare la presunta veridicità del fenomeno già appurata negli ultimi anni a seguito di un'imponente casistica registrata in diversi paesi, ma cercare di comprenderne le reali finalità, avvicinandosi al tipo di pensiero del famoso collega americano John Mack.


   

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