sabato 29 dicembre 2012


Il linguaggio dello spirito

27 DICEMBRE 2012
Descrivere cosa sia lo “Spirito” è un’impresa titanica, in quanto non si sa da dove cominciare; esso ha mille volti e nessun volto, gli opposti in lui sono sempre presenti ed evidenti.

Che catalogazione dare quindi allo “Spirito”?
E’ una forza? E’ un’energia? E’ una super intelligenza? E’ una legge della natura? Francamente non ne ho la minima idea. E’ tutte queste cose e nello stesso tempo NON è nessuna di queste cose. Quindi lo”Spirito” è indefinibile. Di una cosa sola io sono certo: c’è e si manifesta. Dove? Diranno i colleghi scienziati. Fatemelo vedere, fatemelo toccare ed io crederò.
E qui… arriva la parte facile della questione, perché, cari miei, lo “Spirito” si mostra ad ogni essere individualmente, in mille modi, e inoltre si adatta ed usa il linguaggio del ricevente.
“Ma cosa dice questo Camillo? Mai visto niente! ”
Non avete mai visto niente perché siete distratti, persi dietro i desideri, i ricordi, viaggiate continuamente nel tempo:

la vostra attenzione si muove continuamente tra il passato e il futuro; del presente, cogliete solo brevi attimi.
Ora sappiate che lo “Spirito” comunica sempre nel presente.
Le distrazioni dell’uomo nascono dai desideri, dalle paure.
I desideri lo spingono nel futuro, le paure sono ricordi del passato e lo tengono lì prigioniero.
Cari ragazzi, lo “Spirito” vi ha attraversato la strada, tante di quelle volte… ma voi ve lo siete perso.

Chi ha avuto la fortuna di leggere “Il potere del silenzio” di Carlos Castaneda, avrà preso atto di cosa sto dicendo.
Nel libro si parla chiaramente dello “Spirito” una pagina sì e l’altra pure; gli sciamani sono individui estremamente pratici, concreti, utilitaristici; in una parola sono pragmatici.
Gli sciamani dicono: questa cosa funziona? Allora io intanto la uso anche se non capisco come. Se capirò, benissimo, se non capirò come funziona la userò lo stesso.
Quanto è diverso l’uomo comune! Se tu gli proponi un esercizio di ginnastica e gli dici apri il palmo e alza la mano destra, spesso ti ferma e ti chiede: perché la mano destra e non la sinistra? Cosa significa il palmo aperto? …
Gli sciamani sono guerrieri meravigliosi, certo che se prendono la direzione del lato oscuro diventano molto pericolosi.
Se però prendono la via dei guerrieri di luce, sono grandiosi.
Gli sciamani osservando attentamente il mondo hanno colto questa presenza, hanno studiato lo “Spirito” a fondo, con lo scopo di utilizzarlo. Nel libro si parla delle manifestazioni dello “Spirito” nell’unico modo possibile: attraverso i racconti di potere che nascondono un simbolismo istruttivo anche se un po’ nascosto.
Prima di farvi partecipi di qualche racconto dello “Spirito” vi devo ragguagliare di come si muove lo “Spirito” quando si manifesta all’uomo.
Lo “Spirito” interviene purché nel suo agire sia fatta salva la libera creatività di tutti gli esseri coinvolti nel suo agire. Cerco di spiegarmi ma solo se vi sforzate potrete afferrare il concetto.
Considerate un uomo, che cammina guardando il cielo, deve scegliere tra varie direzioni, egli RINUNCIA ad una sua decisione razionale riguardo la strada da prendere, decide invece di affidarsi allo “Spirito”.
Lo “Spirito” conosce quest’uomo e sa che è coerente, sa che la sua richiesta nasce dal cuore, sa che NON è un fuggire dalle sue responsabilità, sa che il segno che darà sarà preso in considerazione. Ecco allora che una rondine che volava libera nel cielo proprio in quell’attimo cambia direzione e vola indicando una specifica strada, l’uomo presente e attento coglie la sincronicità del fenomeno.
Ringrazia lo “Spirito” e si incammina nella direzione indicata. Il segnale è passato, non ci sono angeli che appaiono dal cielo ad indicare la strada, ma tutto avviene in un ambito naturale.
Perché fa così lo spirito? Va precisato che per l’uccello non ci sono particolari intenzioni, gli altri presenti non sanno nulla e non mettono attenzione lì, insomma è fatto salvo il libero arbitrio di tutti.
In tali circostanze poiché l’individuo “ha bussato alla porta dello Spirito”, questi risponde e apre la possibilità che lui entri nella scena in cui alzando gli occhi vede l’uccello che gli dà le informazioni.
Certo chi non è consapevole o non crede ad un tale meccanismo, avrà un percorso di vita in cui tutto ciò non esiste.
Gli esempi che potrei farvi sono tantissimi, mi ci vorrebbe un libro. Eppure anche dopo un numero innumerevole di esempi alcuni rimarrebbero scettici; vedete, i segni passano attraverso il linguaggio dei simboli, ed i simboli sono tremendamente soggettivi. Pertanto per gli altri sono opinabili.
Per questo gli sciamani non amano esternare gli episodi e i simboli con cui comunicano con lo “Spirito”.L’interlocutore avrebbe spesso un sentimento di perplessità e cercherebbe di vedere piuttosto una spiegazione naturale.
Certamente questa spiegazione naturale esiste sempre, se non ci fosse sarebbe una coercizione, un obbligo, uno scavalcare il libero arbitrio e in definitiva impedire la creatività.
Ribadisco il concetto appena espresso facendo questa osservazione: se un angelo comparisse ad indicare la strada, quale uomo non ubbidirebbe? Con l’uccello invece si può seguire o non seguire l’indicazione a seconda della propria propensione.
Cosa allora bisogna guardare? La sincronicità nel tempo e nello spazio, la stranezza, occorre anche molta attenzione cogliere quale sentimento, quale pensiero abitava entro di noi.
Dobbiamo fare attenzione che non sia il nostro desiderio a farci vedere indicazioni dello spirito dove invece c’è solo esigenza di soddisfare un bisogno.
Gli sciamani, e nel mio piccolo anch’io, lavorano duramente per capire se stessi, usando una spietatezza di giudizi nei propri confronti da veri guerrieri che non hanno paura di dirsi la verità, per quanto male possa farci.
Dopo un po’ di lavoro su di sè ci si accorge di quanta, quanta importanza personale abita in noi, tale consapevolezza è il primo gradino importante che apre la strada ad una rivoluzione interiore che ci condurrà inevitabilmente verso la libertà, con conseguente esternazione della nostra creatività.
Camillo


ICONICON

   

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