Il ruolo del maschile e del femminile per il Divenire della Terra
Il ruolo del maschile e del femminile per il Divenire della Terra
tratto da: http://www.riflessioni.it/
di Tiziano Bellucci
"Riflessioni sull'Antroposofia"
La
donna in un tempo antico aveva un rapporto diretto con le entità
dell’universo. Aveva un ruolo di “ponte” fra la materia e lo spirito.
Riceveva dallo spirito le ispirazioni, le direttive dal mondo
sovrasensibile: le cosiddette “muse”, indovine erano donne
chiaroveggenti che effondevano nell’umanità bellezza e creatività.
Attraverso la donna si è creata tutta la conoscenza religiosa del
passato, tutta la tendenza verso il bello e il buono. Erano le donne che
trasmettevano all’umanità dei primordi la direzione morale attingendola
direttamente dalle regioni superiori spirituali.
Dal
quarto secolo A. C. (in Grecia, Egitto, Roma) avvenne un cambiamento:
nel maschio fluirono potenti forze di razionalismo che andarono a
sostituirsi all’azione ispiratrice del mondo femminile. L’umanità smise
di venire ispirata dalle donne, e cominciò a diventare “razionale”.
Perse il contatto con il divino, la guida saggia delle femmine, per
venire addestrata dalla mente maschile. Il materialismo cominciò a
diffondersi.
Da quel momento avvenne anche la “discesa” sociale della
donna, la quale venne accantonata, disprezzata, violentata moralmente,
fisicamente e associata impropriamente a forze oscure (vedi streghe
medievali). La donna cominciò a subire la supremazia del maschio e
smarrì la connessione con il divino. Venne a scadere sia socialmente,
che spiritualmente. Perse le sue facoltà a causa dell’oppressione
maschile.
Il
materialismo fu un fatto necessario per l’individuazione del singolo,
che deve però essere superato. Doveva venire reciso a mezzo dell’uomo il
legame con il mondo spirituale, affinchè si potesse poi rifondarlo su
una base nuova, cosciente. Se l’umanità avesse continuato ad essere
condotta da un mondo spirituale che operava tramite il femminile,
l’umano non avrebbe mai potuto conseguire l’individualità, sarebbe stato
un essere guidato dal mondo celeste in modo automatico.
Oggigiorno dobbiamo essere capaci di compiere grandi gesti: atti eroici, soprattutto interiormente.
Essere
capaci di vedere la passata sottomissione della donna come una “fase”
dettata da una precisa volontà superiore di fare sprofondare l’umanità
nel materialismo, richiede una grande spregiudicatezza.
Parlare di “necessità” del maschilismo è indubbiamente qualcosa di infame.
Ma
pensare che doveva “necessariamente” interrompersi quell’antico
“matriarcato” spirituale in cui la Saggezza del mondo spirituale
dominava l’umanità come rigida “genitrice” rende tutto plausibile.
La Madre
del cosmo, istruiva l’umanità attraverso il mondo femminile, il quale
riportava tali leggi e direttive entro il consorzio umano. Questo era in
realtà il “matriarcato”: l’edificazione e la conduzione della coscienza
morale umana secondo indicazioni provenienti dal mondo spirituale. Una
“educazione” occulta, tramite il femminile.
L’avvento
del “Patriarcato” interruppe la comunicazione e la possibilità di
venire addestrati dal cosmo spirituale. L’uomo divenne libero dalle
leggi divine, ma anche più solo, abbandonato a se stesso. Tale
solitudine lo spinse a cercare simulacri di Dèi nel mondo fisico. Il
materialismo, la soddisfazione di sé tramite beni materiali, soppiantò
l’antica guida del cosmo femminile.
L’umanità
doveva arrivare ad una fase in cui toccando il basso, doveva avvertire
una spinta che la facesse risalire verso l’alto.
Il tempo
del "matriarcato" è paragonabile ad un tempo in cui l'umanità era
bambina, ed era irresponsabile, incapace di autonomia: era guidata dal
mondo spirituale che tramite il mondo femminile indicava la direzione da
seguire.
Il tempo
del "patriarcato" è invece il tempo dell'adolescenza dell'umanità, ove
entra in scena una ribellione, in cui gli individui smettono di prendere
norme dal mondo spirituale e si rimettono ai loro impulsi, alle loro
necessità interiori.
Ora ci troviamo nel 21° secolo e l'umanità ha acquisito l'età della maturità, la "maggiore età".
Non è
possibile qualificare i tempi antichi come migliori degli attuali: non
si può dire che l'infanzia è meglio dell'adolescenza. Sono entrambi
"fasi" della vita che servono per costruire l'individualità. Una volta
diventati adulti, non si può più tornare indietro. Si vede il passato
come un periodo necessario al proprio sviluppo.
In
futuro non vi sarà più un cosmo che guida l’umanità. Né un patriarcato o
un matriarcato. Ma una maschio e una femmina che consapevoli dei loro
passati ruoli, come bambini cresciuti, adulti, cammineranno insieme
verso il luogo da cui sono provenuti. Torneranno alla loro casa,
portando con sé il frutto del loro lavoro insieme e intraprenderanno un
processo di collaborazione consapevole con le entità del mondo
spirituale.
Il mondo
spirituale che un tempo guidava la Terra tramite le ispirazioni del
mondo femminile non imporrà più la sua volontà, ma la condividerà con
l'umanità futura. L'umano interagirà con il cosmo, divenendo egli stesso
un collaboratore e amministratore delle leggi del cosmo.
Diverrà un
essere della decima gerarchia: un angelo che dopo aver attraversato il
massimo materialismo, ha edificato la massima libertà, la massima
capacità di amare in modo libero. Matriarcato e Patriarcato appariranno
così come due "fasi" necessarie all'edificazione di quell'entità
spirituale futura: l'umanAngelo.
Quando
oggigiorno, le varie confraternite dicono che la donna “deve tornare ad
innalzarsi, ad essere ciò che era” si intende che si deve riportare la
donna all’antico splendore, quando era in grado di farsi ispirare dallo
spirito le leggi estetiche e morali.
Le
antiche qualità femminili sono come “state dimenticate” dalla donna,
riposte in lei, seppellite da secoli di pregiudizi e ingiustizie. Si
tratta di farle nuovamente riaffiorare, di ripristinare le condizioni
affinché la donna possa ricollegarsi con il divino in modo cosciente.
Tali capacità perdute possono essere riacquisite tramite un cammino di
autoconoscenza.
L’uomo
deve riconoscere la donna come colei che può farlo emergere dal
materialismo, attraverso la forza dell’ispirazione e della Speranza. Il
ruolo dell’uomo sarà di accogliere i contenuti femminili, conferendo
loro una forma.
La donna è la forza, l’uomo la forma.
Tiziano Bellucci
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