lunedì 31 dicembre 2012

Noi e il tempo


Alcuni dicono che l’andamento del tempo è circolare e che gli eventi sono destinati a ripetersi. Pertanto,  il passato e il futuro sono categorie che andrebbero riconsiderate. Altri, invece, dicono che il tempo non  esiste affatto e che tutto ciò che è stato, che è e che sarà appartiene ad un unico momento, una sorta di gigantesca istantanea di dimensioni infinite contenente tutte le immagini possibili che giacciono statiche sullo stesso piano. Il movimento sarebbe prodotto dalle nostre ansie, dalle nostre attese che generano illusoriamente lo spostamento da qui a lì, quindi il tempo con un prima e un dopo.

Ma, vittime dell’illusione o non, l’idea del tempo che abbiamo da sempre è quella del “tempo lineare”, dove il passato, il presente ed il futuro sono tre vagoni dello stesso treno, agganciati e rigorosamente posti uno dietro l’altro, in fila sullo stesso binario. La più classica delle idee, la più convenzionale, forse anche la più stupida e superficiale ma è quella che da sempre costruisce tutto ciò che siamo.

La speranza del futuro o la sua incertezza che genera paura, i meravigliosi momenti di stupore  dopo lunghe attese, insieme ad infinite altre emozioni della vita, nascono dall’organizzazione del tempo in passato, presente e futuro. E finchè non trascenderemo questo mondo materiale con la perfetta saggezza o con la santità o con la nostra morte questo è il tipo di tempo con cui dobbiamo fare i conti.

E allora, perchè non diventare suoi amici? Perché non guardarlo come lui guarda le cose? Lui tira dritto come un mulo, sempre avanti, con l’occhio fisso al divenire. Proviamo a  farlo anche noi. Proviamo a guardare, anche per un solo momento, intensamente ed esclusivamente in quella  stessa direzione. Che cosa vediamo? Naturalmente il nulla, un nulla tutto da riempire, completamente.

In sé e per sé questa prospettiva non ci dà nessuna particolare emozione;  ci induce, però, ad una incredibile considerazione ed alla presa di coscienza di un fatto a cui nessuno sembra far caso ma che è veramente sbalorditivo; e cioè che in questo preciso momento tutti gli abitanti di questo pianeta si trovano contemporaneamente sulla stessa linea temporale, quella più avanzata , l’ultima, quella dell’istante attuale comune a tutti gli esseri coscienti.

In qualche maniera questa considerazione, o questo fatto, rappresenta una dimostrazione tangibile di come il “Sistema Vita” vuole inderogabilmente, sempre, istante dopo istante, la diversità degli individui ma anche la loro uguaglianza. Uguaglianza nel diritto di contare, di essere sempre protagonisti e in prima fila. Se davanti a noi c’è il vuoto, vuol dire che dietro di noi c’è l’intera storia dell’umanità e, più ancora, quella dei 14 miliardi di anni dell’universo; e tutta la  lunga sequenza di morti e nascite che culmina con la nostra esistenza.

Siamo gli ultimi per essere i primi, i migliori. Siamo il risultato di un infinito lavoro di selezione e di costruzione della natura. Siamo la somma e la sintesi di tutte le vite che ci hanno preceduto. Dentro ogni fibra del nostro corpo e dentro ogni vibrazione della nostra anima sono conservate le grida, i pianti, le vittorie, i dolori di decine e decine di miliardi di persone che hanno modellato e fornito  tutta la materia di cui siamo fatti. Siamo la conseguenza di una incommensurabile quantità di esperienze pregresse.

Siamo vite privilegiate poste al vertice della Storia. E se a tutti è stata concessa la stessa opportunità, la conseguenza è che abbiamo tutti pari dignità. Inoltre, siamo tutti figli dello stesso parto e siamo tutti in vita con il privilegio di dare la forma che più desideriamo alle cose future.  

Se distolgo lo sguardo dal vuoto che mi sta davanti e lo volgo verso il mio fianco vedo una interminabile fila di fratelli che hanno il privilegio e il diritto di costruire il futuro e scrivere di proprio pugno una pagina intera della storia dell’universo. Sono tutti uguali e in cima al mondo, peccato soltanto che la maggior parte di loro questo non lo sappia.

Ma per esserci sulla linea di confine fra il nulla e il tutto, schierati a sfidare il futuro bisogna essere in vita. E’ una condizione ovviamente imprescindibile, una priorità tale che mi obbliga a ridurre ad uno solo gli auguri per il nuovo anno: “ Che nessuno di noi manchi  alla partenza del 2013. Dobbiamo goderci a lungo la fraternità ed  essere decisivi nel determinare   la nascita di un mondo aureo in cui specchiare la nostra nobiltà”.

Fonteleonardoandinfinity


   

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