sabato 5 aprile 2014

Veneto sul cammino indipendentista

Dopo il plebiscito digitale e la ruvida risposta dello stato ai primi passi verso una nuova forma di autonomia del Veneto, con l’arresto di numerosi attivisti, vale la pena di osservare da vicino che forma e direzione prenderà la volontà popolare che molto chiaramente è uscita dalla consultazione effettuata attraverso il web. Questa la lettura di Gianluca Busato, responsabile di Plebiscito.eu, la piattaforma internet con cui si è tenuto il referendum.
Ovviamente ora tutto sta in quello che faranno le altre regioni, che si sono viste esemplificata una via pacifica per rivendicare una propria autonomia.
E si sa, un esempio pratico val più di mille concetti teorici descritti a parole.
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plebiscito

Dalla Repubblica Veneta, alla Sardegna, parte la pandemia pacifica che attecchirà in ogni regione oggi oppressa dallo stato italiano

Credo sia evidente a tutti che esistono sempre più due mondi che si fronteggiano nella nostra Terra e ringrazio i Centri Sociali e Ilvo Diamanti che oggi da posizioni diverse hanno chiarito il dibattito e il confronto in corso, favorendo anche un’evoluzione che a nostra volta vogliamo spingere ad un livello superiore con la nostra presenza oggi non in Veneto, bensì in Sardegna.
È fondamentale capire che la posta in gioco è il nostro futuro. Da qualsiasi prospettiva la si guardi, da qualsiasi orientamento ideologico si affronti la questione i conti tornano sempre: c’è un fronte comune trasversale che finalmente si sta saldando da destra a sinistra e che ha individuato come ostacolo principale allo sviluppo la presenza di uno stato italiano che ha fatto il suo tempo, che ha fallito la propria missione storica. Il punto di incontro e l’avanguardia che ha dato il via alla rivoluzione digitale è Plebiscito.eu e, per quanto riguarda la nostra Terra, è la Repubblica Veneta.
La prospettiva indicata dalla Delegazione dei Dieci della Repubblica Veneta appare quindi come l’unica sintesi possibile per riprenderci in mano il nostro destino.
Noi capiamo perfettamente che qualcuno confidi ancora nelle rappresentanze politiche istituzionali dello stato italiano, ma è chiaro che si deve fare una scelta di campo. Chi oggi riveste ruoli nelle istituzioni italiane di fatto occupa posizione di retroguardia, poiché si trova distaccato dal Popolo, in quanto espressione di uno stato lontano e per quanto ci riguarda illegittimo. A maggior ragione ciò vale considerato il tradimento storico nei confronti delle masse popolari perpetrato da una classe dirigente inetta, incapace e profondamente corrotta.
La sovranità popolare ampiamente maggioritaria emersa dal referendum di indipendenza del Veneto e la conseguente proclamazione di indipendenza della Repubblica Veneta impongono quindi una strategia di lotta territoriale pacifica e democratica che ha come primo obiettivo il trattenimento delle risorse fiscale oggi depredate dallo stato italiano zombie, che non trova di meglio per cercare di contenere la rabbia popolare di incarcerare Franco Rocchetta, l’uomo più pacifico del mondo, assieme ad altri veneti che hanno avuto l’unica colpa di amare la propria terra. Uno stato che dimostra tutta la propria paura verso il consenso pacifico e democratico per l’indipendenza della Repubblica Veneta e a scopo dimostrativo schiaccia venti uomini e un trattore è uno stato di cartone bagnato, che ha rivelato al mondo la propria morte certificata.
Venerdì prossimo 11 aprile a Vicenza, in piazza dei Signori a partire dalle ore 19 vi sarà pertanto l’attuazione del piano di obiezione fiscale che ci permetterà di proseguire il percorso verso la costituzione della Repubblica Veneta e di dare al peggiore inferno fiscale del mondo il colpo decisivo che ci permetterà di riprendere il controllo del nostro territorio.
Oggi e domani la rivoluzione digitale attecchirà invece in Sardegna, in attesa di esportare il virus dell’indipendenza in ogni regione, per liberare tutti i Popoli oppressi dallo stato italiano e dare vita a un nuovoRinascimento, consapevoli che è stato proprio in quel periodo storico che l’Italia diede miglior prova di sé, quando non esisteva di certo quello stato monstre che ne ha usurpato anche il nome.
Nel frattempo invitiamo tutti i veneti di buona volontà a partecipare ai presidi presso il carcere di Santa Bona (Treviso) e di Verona per testimoniare la vicinanza ai nostri fratelli ingiustamente incarcerati e per chiederne l’immediata liberazione.
Gianluca Busato
Delegazione dei Dieci
Repubblica Veneta

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