lunedì 23 novembre 2015


I Wormhole sono ipotetici tunnel spazio-temporali capaci di collegare due punti arbitrariamente distanti dell’Universo. Resi celebri dalle serie TV Star Trek e Stargate, nonché da numerosi testi di fisica divulgativa divenuti best seller, tra cui “La Grande Storia del Tempo” di Stephen Hawking, i Wormhole nascono in seguito allo studio di alcune particolari soluzioni alle equazioni di campo della Relatività Generale di Einstein.
Sebbene la loro esistenza sia ancora ben lontana dall’essere dimostrata, essi costituiscono ad oggi l’unica soluzione plausibile al problema – più fantascientifico che pratico – dei viaggi interstellari.
Purtroppo con le tecnologie di cui disponiamo non è possibile creare Wormhole gravitazionali, perché i campi necessari a generare distorsioni così estreme nel tessuto dello spazio tempo richiederebbero una quantità di energia gravitazionale inimmaginabile.

Ma nel nostro Universo non esistono solo Wormhole gravitazionali: le più recenti scoperte avvenute nel campo dell’elettromagnetismo, infatti, hanno consentito ai ricercatori dell’Universitat Autònoma de Barcelona di progettare e riprodurre il primo ‘Wormhole’ in grado di connettere magneticamente due diverse regioni dello spazio.
Il risultato dell’esperimento è un tunnel che trasferisce un campo magnetico da un punto all’altro dello spazio rendendolo “invisibile” lungo tutto il percorso di attraversamento.
magnetic-wormhole
Questo particolare tipo di Wormhole agisce in modo del tutto simile ai cunicoli spazio-temporali previsti dalla Relatività Generale, noti anche come ponti di Einstein-Rose, ma anziché veicolare particelle di materia si limita a trasportare campi magnetici.
Per costruire il tunnel gli scienziati hanno utilizzato metamateriali e metasuperfici con caratteristiche peculiari, studiati appositamente per favorire il transito di un campo magnetico generato da sorgenti artificiali – ad esempio magneti ed elettromagneti – da un’estremità all’altra della struttura.
L’effetto complessivo è quello di un campo magnetico che sembra viaggiare da un punto all’altro del tunnel attraversando una dimensione differente dalle tre dimensioni spaziali che ben conosciamo.
Il ‘tunnel’ prodotto dai ricercatori presenta una struttura sferica stratificata nella quale lo strato più esterno è costituito da una superficie ferromagnetica, quello intermedio da un materiale superconduttore e quello più interno da un sottile cilindro composto da un foglio ferromagnetico che attraversa la sfera da un’estremità all’altra.
La sfera è realizzata in modo tale da risultare magneticamente invisibile dall’esterno.
Alvar Sànchez, principale autore dello studio, spiega che il tunnel magnetico è molto simile ai Wormhole gravitazionali in quanto “cambia la topologia dello spazio, come se la regione interna sia magneticamente cancellata dalla realtà definita nelle tre dimensioni topologiche standard”. La scoperta costituisce un importante passo in avanti nello studio delle possibili applicazioni pratiche dei campi magnetici e potrebbe fornire una spinta decisiva allo sviluppo di nuove tecnologie, soprattutto nel campo della medicina.
Attraverso http://d-art.it/scienza-e-tecnologia/i-ricercatori-delluniversitat-autonoma-de-barcelona-hanno-creato-il-primo-wormhole-magnetico/7187

Nessun commento:

Posta un commento