martedì 7 agosto 2012

Nuota con i delfini guaritori - VIDEO  

Francesco Gilan
DelfiniC’è chi li massacra impunemente per venderli al mercato come i macellai giapponesi che solcano mari ed oceani. E chi ne fa strage tanto per ammazzare il tempo. 

I cetacei: intelligenti, sensibili, belli e più evoluti del genere umano. Insomma: eccezionali terapeuti,in grado di arrecare benefici all’essere umano, di aiutarlo a guarire da alcuni malanni. 

 La chiamano“delfinoterapia. E’ praticata dagli psicologi dell’International University of Florida di Miami. In Europa è poco conosciuta. La terapia con l’ausilio dei delfini (“animal assisted therapy”) è un’esperienza nuova in Italia. 

E’ stata introdotta dall’associazione scientifica Arion di Roma, dopo un attento studio delle esperienze internazionali, in particolare quella del dottor David Nathanson, in Florida. L’incontro con i cetacei (delfini “Tursiops truncatus”) avviene nel Delfinario di Rimini, dove l’Arion opera con progetti educativi e terapeutici, nonché programmi di ricerca specifici. ...


E’ l’unico caso italiano di delfinoterapia. Un èquipe di psicologi, educatori e biologi marini coordina un trattamento di immersioni controllate coi delfini per bambini autistici. Il progetto sperimentale pluriennale è stato studiato in collaborazione con le università di Bologna, Siena e Parma. «I programmi – spiegano alla Arion – sono destinati prioritariamente a bambini (6-12 anni) affetti da autismo e ad adulti sofferenti di depressione. 

Persone con altre patologie, legate a problemi relazionali e di comunicazione, verranno inserite solo in numero limitato e dopo attenta valutazione dei vantaggi che la terapia con i delfini può offrire loro». 

Puntualizza la dottoressa Giuseppini: «Tutto ciò che accade in vasca è spontaneo: i delfini cioè non vengono addestrati a comportarsi in modo particolare in situazioni di terapia». L’incontro è concepito come un gioco, lasciato all’iniziativa di queste geniali creature marine. 

Le immersioni durano mediamente 20-30 minuti, ma anche più se occorre. Il “paziente” impara a nuotare con il delfino – con Sole o Luna – a toccarlo, a fidarsi di lui e il cetaceo riesce con la sua spontaneità a divertire i piccoli, a sorprenderli, a liberarli dalle loro paure e a farli uscire dalla solitudine. 

«Il lavoro è supervisionato da personale qualificato in ogni momento – osserva l’etologoga Eugenia Natoli – ma è il delfino che agisce in completa autonomia ed accetta il piccolo ospite senza nessun problema».

Non è facile, infatti, convincere uno di questi animali a fare una cosa che non vuole. I delfini coadiuvano le terapie tradizionali ed il risultato è che tantissimi bambini hanno imparato ad esprimersi, ad essere meno aggressivi e chiusi nel proprio mondo.

 «I delfini sono abilissimi a cogliere i diversi atteggiamenti dei ragazzi, a captare le loro emozioni, gli stati d’animo – racconta l’anima ispiratrice di Arion – hanno una sensibilità estrema e una dolcezza rara a condizione che si sentano liberi di fare quello che gli suggerisce l’istinto e non gli si imponga nulla con la forza». 

Insomma, sono loro che spontaneamente scelgono di avvicinarsi ad un bambino e di occuparsene. I delfini riescono a catturare l’attenzione delle persone autistiche (e non solo) in un modo che non ha precedenti. 

Bimbi che spesso, nelle sedute più tradizionali sono assenti e ignorano le consegne dell’educatore, in vasca, non solo seguono costantemente i delfini con lo sguardo, ma sono più in contatto con l’operatore e ne seguono spontaneamente le indicazioni, in se si tratta di suggerimenti sul modo di avvicinarli.

 L’autismo e la depressione sono le patologie che meglio si prestano nella co-terapia con questo straordinario animale. Ma i problemi di comunicazione non sono le uniche patologie curabili con l’aiuto dei delfini. 

I ricercatori del Dolphin Plus centre di Key Largo, in Florida, hanno sottoposto con successo alla delfinoterapia anche malati terminali, paraplegici, persone che hanno patito gravi amputazioni, nonché ragazzi ciechi e sordociechi. Si è rilevato che il contatto con i delfini può aiutare anche chi non riesce a rassegnarsi ad un lutto particolarmente grave. 

Inoltre, secondo il professor Igor Tcharkovsky, che ha offerto ad alcune donne incinte la possibilità di nuotare con dei delfini nel Mar Nero, «questi mammiferi marini, grazie alle loro capacità di comunicazione telepatica, sarebbero in grado di trasmettere al feto alcune delle loro conoscenze e di insegnargli a non aver paura dell’acqua». 

Sembra che le femmine dei delfini siano particolarmente interessate alle donne in gravidanza, e Tcharkovsky afferma che «sono anche capaci, durante un parto sott’acqua, di portare il neonato in superficie». I delfini aiutano a star meglio soprattutto bambini dislessici, anoressici, psicologicamente turbati, affetti da sindrome di Down, vittime di abusi.

 Spiega lo psicoterapeuta Nathanson, padre del programma Dolphin Human Therapy: «I bambini, o chiunque soffra di un handicap mentale, manifestano un fortissimo desiderio di interagire con i delfini. Questo desiderio è alla base della terapia: aumenta l’attenzione, modifica il comportamento, stimola al raggiungimento di uno scopo. Compito del terapeuta è indirizzare l’attenzione a obiettivi quali l’apprendimento del linguaggio, coordinazione motoria, concentrazione». 

Ma come e perché funziona la delfinoterapia? Misurando le reazioni neurologiche di chi nuota coi delfini, sono state scoperte delle alterazioni nel funzionamento del cervello: la più notevole è la sincronizzazione dei due emisferi cerebrali, destro e sinistro, che cominciano a lavorare con la stessa frequenza, evento che normalmente non succede.

 L’ipotesi attualmente più accreditata è quella che attribuisce l’efficacia della delfinoterapia ad «un complesso di fattori che vanno dall’immersione nell’acqua al contatto fisico e allo scambio giocoso con gli animali». In base all’esperienza diretta e all’osservazione clinica, la psicologa Marina Giuseppini, ritiene che «l’immersione nell’acqua salata non solo ha un legame simbolico con le origini stesse della vita, ma fornisce anche al corpo un sostegno che favorisce l’equilibrio, la fluidità del movimento e il rilassamento. E aiuta a sciogliere rigidezze corporee e blocchi emotivi. 

La presenza dei delfini – prosegue l’esperta italiana – moltiplica gli effetti positivi dell’acqua. Le testimonianze indicano che l’incontro con queste creature è un’esperienza profondamente coinvolgente». Nuotare con i delfini può essere utile anche a tutti quelli che desiderano beneficiare di un’esperienza rasserenante.

 Arion è impegnata a promuovere la realizzazione in Italia o comunque nel Mediterraneo, di una struttura simile alle lagune naturali esistenti in Florida e nel Mar Rosso. L’unica controindicazione alla delfinoterapia è etica: ne sarebbero danneggiati proprio i delfini. La regola numero uno è rispettare i loro ritmi vitali, tenerli come compagni di giochi e utilizzarli come amici-guaritori, ma senza sfruttarli.

www.italiaterranostra.it



CURARSI, RILASSARSI E MEDITARE CON IL

CANTO DEI DELFINI

Pubblicato in data 06/ago/2012 da 

In greco "delphys" significa "matrice" e dimostra il rispetto per questi mammiferi marini. Poeti, scrittori e filosofi -- sia greci che romani -- ritenevano che i delfini e le balene fossero creature divine: reincarnazione di anime umane che rappresentano la forza vitale del mare. Apollo si trasforma in delfino per guidare i cretesi a Corinto; Nettuno seduce e sposa la figlia di Nereo grazie ai delfini; Eros cavalca i delfini per attraversare il mare; Ulisse fa dei delfini le sue armi e la sua guida e sarà proprio un delfino a salvare suo figlio Telemaco.



Un sarcofago ebreo del II secolo dopo Cristo, ritrovato a Beit Shearim vicino Harfa, è ornato con delfini. Coppe, vasi, monete e monili micenei, fenici, greci e romani rappresentano i delfini. Ritroviamo questi cetacei anche all'interno di templi e palazzi reali: a Creta, nel Palazzo di Cnosso, la camera della regina è ornata con affreschi risalenti al 1500 A.C. che raffigurano delfini; e così a Delfi, Napoli, Ios, Naxos, ????

I delfini hanno suscitato negli scrittori e nella letteratura in genere sentimenti di pace, di positività, di intelligenza: la loro disponibilità a relazionarsi con l'uomo, ad essere "gentili e nobili" ha loro attribuito, sin dall'antichità, "poteri sovrannaturali". Esistono diversi studi sulla musicoterapia, che viene sperimentata, con successo, come mezzo di cura alternativo. E pare il canto dei delfini abbia effetti terapeutici.

I delfini hanno una legame particolare con i bambini, per i quali mostrano una particolare simpatia. Pare che siano particolarmente attratti dalla loro piccola dimensione e dalla loro gioia e voglia di giocare. Generalmente quando un bambino entra in acqua viene subito circondato dalle femmine e dai piccoli delfini.

Il lavoro terapeutico con i delfini ha dato risultati positivi con i bambini autistici ed altri con "speciali necessità". Sembra che esista un legame fra i bambini e gli animali. E' intuitivo e va oltre la dimensione tridimensionale. E' per questo motivo che molti adulti hanno animali da compagnia E' una cosa che riguarda l'amare senza giudizi. E riguarda anche il comprendere la compassione.

Negli Stati Uniti, i ricercatori del Dolphin Plus Centre di Key Largo, in Florida, hanno sottoposto alla delfinoterapia anche malati terminali, paraplegici, persone che hanno patito gravi amputazioni, nonché ragazzi ciechi e sordociechi.

Si è rilevato che il contatto con i delfini può aiutare anche chi non riesce a rassegnarsi ad un lutto particolarmente grave. Inoltre, secondo lo studioso russo Igor Tcharkovsky, che ha offerto ad alcune donne incinta la possibilità di nuotare con dei delfini nel Mar Nero, questi mammiferi marini, grazie alle loro capacità di comunicazione telepatica, sarebbero in grado di trasmettere al feto alcune delle loro conoscenze e di insegnargli a non aver paura dell'acqua. Sembra che le femmine dei delfini siano particolarmente interessate alle donne incinta, e Tcharkovsky afferma che sono anche capaci, durante un parto sott'acqua, di portare il neonato in superficie.

"Sui motivi che rendono questi mammiferi marini efficaci terapeuti esistono diverse ipotesi", afferma la psicologa Marina Giuseppini, coordinatrice di Arion, l'associazione scientifica "no-profit" che organizza programmi di delfinoterapia in Italia. "Quella forse più probabile è che si tratti di un complesso di fattori, tra cui l'immersione nell'acqua e la particolare intelligenza e disposizione al contatto dei delfini, che determinano nell'uomo non solo una sensazione soggettiva di benessere, ma anche variazioni neurofisiologiche misurabili, come l'incremento delle onde cerebrali alfa e theta, che caratterizzano stati di profondo rilassamento e di concentrazione, come ad esempio quelli meditativi".

Sempre nel suo libro "Delfini guaritori", il dottor Horace Dobbs, che ideò la delfinoterapia nel 1990, avanza altre ipotesi. Una è che i delfini siano in grado di proiettare nei più nascosti recessi del corpo umano dei raggi sonar di finissima qualità dall'elevato potere di guarigione. Un'altra è quella secondo cui i delfini avrebbero il potere di risvegliare il nostro centro emotivo, che risiede nel limbo, una delle regioni più primitive del nostro cervello.

In pratica, con la loro spontaneità e il loro entusiasmo, i delfini ci fanno riscoprire la naturale gioia che abbiamo sepolto dentro di noi. Ma non è tutto. Sembra che i delfini siano in grado di contribuire, oltre che al benessere fisico, anche all'evoluzione spirituale dell'essere umano. Infatti, sempre a proposito della sua esperienza col delfino Freddie, Debbi Jameson aggiunge che "è stata una cosa spirituale e magica. I delfini hanno così tanto da insegnarci sull'armonia, sull'amore incondizionato e sul lato spirituale della vita che noi spesso ignoriamo".

ReikiEvoluzione.com - 8 Hz 

IL SUONO GUARITORE DEI DELFINI 











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