martedì 30 aprile 2013


I carabinieri dicono BASTA

29 APRILE 2013
Questo è da tutti i punti di vista, in ogni ambito, un momento storico senza eguali.
I poteri che hanno governato finora  ogni giorno che passa sono sempre più incapaci di occultare le trame recondite con cui hanno saldamente mantenuto il controllo della situazione.
Gli uomini che di tali poteri sono gli esecutori materiali, e che la popolazione riconosce come leaders delle forze politiche, sono ogni giorno più impresentabili, indipendentemente dagli schieramenti a cui appartengono.

E le forze dell’ordine, critico elemento di cerniera tra il potere e la massa dei cittadini, vivono un momento molto difficile.
Già, perché ai loro occhi coloro ai quali un sacro giuramento li obbliga all’obbedienza diventano ogni giorno meno meritevoli del loro consenso.
Ossia del consenso di chi deve difendere l’istituzione nel quale il potere è stato finora identificato.
Un consenso senza il quale il potere stesso non ha garantita la propria sopravvivenza.
Da qui l’estrema delicatezza di questo nodo storico.
Perché al di là di ogni considerazione di parte delle strumentalizzazioni, delle polemiche, dei fatti tristi che in passato si sono verificati, tutti devono convenire che i rappresentanti delle forze dell’ordine sono esseri umani, sono cittadini, sono fratelli.
Nessuno può negare che nel petto di ciascuno di loro batte un cuore come il nostro, e questo è il vero trait d’union emotivo, ancestrale, umano con la popolazione.
Sono sulla stessa barca dei loro concittadini. Ma sempre più spesso si vedono costretti da ordini a fare cose che forse non vanno nell’interesse dei cittadini.
Si vedono costretti ad obbedire ad ordini che comportano spesso il sacrificio della loro vita, e di converso vedono la loro dignità, fatta di giusti diritti e di eque retribuzioni, sempre più calpestata brutalmente dall’arroganza del potere.
Sentono forse le voci sempre più insistenti di una prossima riforma nella quale il potere accentrerà nella gendarmeria europea Eurogendfor, (già costituita silenziosamente con il trattato di Velsen del 2007 ratificato al Senato in Italia nel 2010 con la pressoché totale unanimità degli schieramenti politici) le funzioni finora a loro affidate.
E in questo caso sono i Carabinieri, – la benemerita, l’arma che, nel bene e nel male ha un posto speciale nel cuore degli italiani – a levare per primi la loro voce in nome della dignità. E a dire chiaramente BASTA agli uomini del potere.
In questo quadro riteniamo giusto riprendere la lettera aperta che il Cobar ha reso noto proprio ieri dal suo organo ufficiale.
Perché può essere un segnale affinchè si sappia che il consenso dei tutori dell’ordine non è qualcosa da considerarsi un dato di fatto, comunque tale anche di fronte all’arroganza ed al disprezzo che il potere manifesta anche nei confronti di coloro che hanno prestato giuramento di servizio.
Quel consenso è qualcosa che, perché il potere possa disporne a suo piacimento, deve in ogni caso superare la prova della dignità.
Jervé


PRESIDENTE, SIGNORI MINISTRI INTERNI E DIFESA…

I CARABINIERI SONO STANCHI, BASTA.

La Dignità del Carabiniere.

La Lettera .

Pubblicata il 28/04/2013

La lettera a chi inizia con questo mandato governativo in una due giorni all’insegna del sacrificio dei Carabinieri. Conflitto a fuoco per rapina in corso, bersaglio per colpire il governo. Tutto questo con una dignità minacciata dalle scelte recenti scelte di governo. I carabinieri sono stanchi, i Carabinieri dicono basta.


AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
AL MINISTRO DELLA DIFESA
AL MINISTRO DEGLI INTERNI
Enrico, Angelino, Mario, cittadini italiani, uomini di Stato, uomini di Governo. Presidente del Consiglio, Ministro degli Interni, Ministro della Difesa di questo Governo della speranza, per tutti i cittadini italiani, per tutti noi, Carabinieri.
In questa settimana, come tante, passa avanti agli occhi dei Carabinieri d’Italia tutto quello che è la nostra vita, il nostro ruolo in questa società, il nostro sacrificio per questo paese, per il nostro paese.  Mercoledi a Torino alla scuola allievi carabinieri hanno giurato 75 carabinieri , dei 240 che costituiscono l’arruolamento, il turn over del 2012 a fronte di  oltre 2000 unità che sono andate in pensione, scelta di Governo con la spending review.  Sabato il sacrificio di Tiziano della Ratta, Appuntato dei Carabinieri, che per l’ordine e la sicurezza pubblica di questo Stato è stato chiamato ad intervenire in una rapina. Un conflitto a fuoco lo ha condannato a lasciare moglie e un figlio che ad un solo anno di età deve rinunciare al padre, eroe, che ha dato la vita per lo Stato Italiano.  Il Maresciallo capo Domenico Trombetta, che era con lui, convivrà con 5 cicatrici da colpi d’arma da fuoco sulla pelle.  Domenica mattina, avanti a palazzo chigi, il Brigadiere Giuseppe Giangrande  e il  Carabiniere Scelto Francesco Negri hanno dovuto fare da bersaglio in un attentato mirato ad un uomo di Governo.  Francesco, ferito, ha subito un intervento chirurgico. Giuseppe, colpito al collo, dopo una delicata operazione, dovrà superare la prognosi riservata per una lesione interna.
Non è la prima volta che un carabiniere sacrifica la propria vita, non è la prima volta che un carabiniere rimane ferito, non è la prima volta che la vita di un carabiniere è in gioco.  Ma è la prima volta che un Carabiniere è stanco di dover combattere per difendere la propria dignità di uomo in divisa al servizio dello Stato.
E’ la prima volta che un carabiniere si trova difronte ad uno stipendio non corrisposto per cio’ che gli compete. Il blocco del tetto salariale del 2010 è stato “sanato”, per la nostra specificità, con uno stanziamento “una tantum” che non è coperto e che non ha corrisposto il 50% delle spettanze di avanzamenti, scatti di grado, indennità di anzianità ai Carabinieri di ogni ordine e grado che per il triennio 2011-2013 aveva maturato cio’ che gli spettava dopo anni di lavoro in questa istituzione al servizio dello Stato.  Nel 2013 sarà corrisposto solo il 13%, cioe’ nulla.  Il blocco contrattuale, fermo al 2006, si protrarrà sino al 2014.  La pensione del collega che ci ha lasciato è di 900 euro mensili. Non solo la sua, ma di decine di migliaia di Carabinieri che ad oggi, sanno che fra 25 anni e piu’ questa sarà la tanto maturata pensione.  La ragioneria dello Stato ha fatto uno studio per recuperare somme necessarie per l’economia del paese, prevede il taglio del 10% della parte previdenziale dello stipendio del carabiniere.
Cari Enrico, Angelino e Mario, i carabinieri sono davvero stanchi di assistere a questa violazione della propria dignità. Carabiniere è a difesa della dignità dello Stato, della propria dignità di uomo dello Stato e di cittadino italiano.  Non possiamo andare avanti cosi’.  Non si puo’ morire per il paese e il paese ci riserva questo trattamento. Non è accettabile da chi è tutti i giorni, con la propria vita, al servizio del paese, della sicurezza e dell’ordine pubblico di una comunità che vede crescere giorno dopo giorno criminalità e delinquenza.  In queste ore i colleghi stanno esprimendo sconcerto, delusione, malcontento. I colleghi ci chiedono di reagire nel far sentire la voce dei carabinieri per la nostra dignità di uomini in divisa con una propria specificità, calpestata dalle scelte di Governo.
L’economia del paese non puo’ passare per tagli alla sicurezza, agli uomini del comparto.  I tagli stanno facendo implodere le singole amministrazioni che con le scelte di recupero economico vanno sempre ad incidere sul personale.   Non è accettabile che a fronte di tutto quello che abbiamo visto e gli scandali dell’economia nazionale e politica vanno a pagare gli uomini in divisa al servizio del paese.  I nostri stipendi esigui che non ripagano certo il rischio della propria vita non possono essere la salvezza dell’economia del paese.  I tagli vadano fatti nelle dinamiche economiche nelle spese di Governo per affitti e costi di gestione di strutture pubbliche e intrecci politici. Abbiate il coraggio delle scelte, abbiate il coraggio di recuperare dove lo spreco è noto a chi governa e non dalle tasche delle famiglie degli uomini al servizio dello Stato.  Salvare banche, sottacere gli scandali economici che hanno assorbito miliardi di euro di soldi pubblici con i quali avremmo salvato il paese da una crisi provocata da governo e politica, e non certo da chi ha servito e serve questo paese con dignità e senso del dovere.
Siate responsabili, sentite il peso delle scelte, sappiate avere il coraggio di fare le scelte, quelle vere, quelle per la gente di questo paese. Sappiate dare dignità a chi rappresenta questo paese, a chi viene preso a bersaglio per colpire lo Stato, la politica, il Governo.
Noi, carabinieri, siamo stanchi. Noi cittadini di questo paese siamo stanchi. La nostra dignità la difenderemo senza alcun compromesso, per noi, per le nostre famiglie, per i nostri figli.
Che il vostro sia un incarico di Governo che dia risposte a questo paese, ai cittadini di questo paese, che ridia dignità agli uomini in divisa al servizio di questo paese.

Vincenzo Romeo,
Appuntato Scelto nei Carabinieri, Appuntato per le scelte di Governo,
Rappresentante nazionale dell’Arma dei Carabinieri
900 euro di pensione garantita fra 25 anni
200 euro in meno al mese per il blocco del tetto salariale
Dignità che sarà difesa come uomo e come cittadino di questo paese.

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