domenica 19 agosto 2012

Psy-Op pussy riot.


Il caso del gruppo punk russo Pussy Riot sta occupando in questo momento la ribalta mediatica, sia di giornali e tv che del web. La loro condanna sproporzionata per la performance di protesta contro il regime del presidente Putin ha ottenuto un efficace risultato sull’opinione pubblica internazionale: quello di mettere in cattiva luce il leader russo in quanto repressore delle libertà individuali.
Ma l’interesse mediatico per un caso del genere è tanto sproporzionato che comincia a “puzzare”.
Nel senso che con i contorni che si stanno mettendo in evidenza questa ha tutta l’aria di una Psy-Op per screditare il leader di una potenza che già in passato attraverso la macchina finanziaria gestita da George Soros è stata attaccata a tradimento cercando di far collassare la sua moneta.
E che ora è tra le nazioni leader a capo della coalizione che sta per supportare un sistema finanziario alternativo a quello finora gestito dall’Elite, che sta vistosamente precipitando verso l’abisso.
Pensate che una lettura del genere sia eccessivamente dietrologica o cospirazionistica? Beh, ormai dovremmo aver capito che le guerre si combattono e si vincono nella mente della popolazione, ossia nella mente di ciascuno di noi.
Quindi leggetevi questo articolo di una rivista musicale che analizza con dovizia il caso Pussy Riot, nelle diverse sfaccettature geopolitiche che ha assunto.

Non mancando di toccare con mano la reale consistenza artistica di questo “gruppo musicale”. Ricordate che questo è un blog che parla di arte, in cui il titolare dovrebbe suggerire senza voler imporre una valutazione. Ma scommetto che dopo aver guardato quello che hanno fatto le nostre artiste non sarete dispiaciuti se per un po’ saranno assenti dalla scena musicale.
Jervé – iconicon

  

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